Al cimitero Flaminio oltre 1500 salme restano in attesa di cremazione anche per diverse settimane. Nelle camere mortuarie non c’è più posto e le bare vengono sistemate in alcuni capannoni e all’esterno genera anche una lunga fila di carri funebri, in attesa di lasciare la salma. Una situazione denunciata da mesi dai sindacati e dalle associazioni di categoria, frutto non tanto dell’aumento della mortalità dovuto alla pandemia ma dell’incremento della richiesta di cremazione da parte dei romani. Cinque anni fa Ama aveva comunicato al Comune di Roma che nel 2019/2020 non sarebbe più stata in grado di rispondere alla richiesta di cremazione. Nel 2017 viene approvata una memoria di giunta per affrontare questo problema ampliando l’offerta di servizi cimiteriali ma questo progetto ancora non è partito. "Il trend di decessi non accenna a diminuire – ha spiegato Ama qualche giorno fa in una nota – con 465 defunti in più solo nei primi dieci giorni dicembre. Nel mese di novembre, l’ufficio denunce di morte di Roma Capitale ha registrato 3.940 decessi, con un aumento di 1.525 decessi sul corrispondente mese del 2019, pari a un incremento del 63,4 per cento. Si tratta del dato più alto mai raggiunto in un mese, nella città di Roma".
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