Giovanni Falcone in vita fu soprattutto odiato. Un genio del diritto che venne ripetutamente bocciato per tutti i posti chiave in cui si candidò. Questo è il volto mai raccontato di uno dei cardini del pool investigativo antimafia, che insieme a Salvatore Borsellino rivoluzionò la modalità di investigazione su Cosa Nostra.
Giovanni Falcone fu odiato e deriso dai maggiori giornali, che lo chiamarono "Falcon Crest", "guitto televisivo", "il volto abbronzato dell’antimafia" e "Batman".
E poi – deriso per invidia e lasciato solo – Cosa Nostra lo uccise.
Con Roberto Saviano ho ripercorso le tappe romane più significative di Giovanni Falcone, dalle bocciature nei posti chiave al maxi processo, dal pedinamento di Maurizio Costanzo fino alla più amara delle riflessioni: i capitali mafiosi oggi – dopo il Covid – tornati così prepotentemente d’attualità, ma di cui quasi nessuno parla.
E poi il racconto del dolore, quella malinconia che solo i giganti, e i gorilla, possono provare.
Saverio Tommasi
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