Perché i manifesti di elogio di Raffaele Cutolo apparsi nella sua città non devono generare stupore
I manifesti di elogio dell’anima di Raffaele Cutolo apparsi ad Ottaviano, quella che fu la sua città, non devono generale stupore. Perché Raffaele Cutolo, in un pezzo di territorio è percepito come l’ultimo Welfare esistente. E’ stato così: la Camorra è stata l’organizzazione, forse l’ultima a Sud che ha risposto immediatamente alla disoccupazione. Assumendo i giovani, certo mandandoli a morte o inserendoli in percorsi criminali ma ha risposto alla disoccupazione: ha investito sui giovani, nel senso che permetteva alle leve di fare carriera se si impegnavano o se erano dedite alla causa. Paradossale tutto questo ma è quello che è accaduto, a prezzo della vita, dalla distruzione di un territorio. Una associazione che elargiva a chi ne aveva bisogno danaro per sopravvivere, per fronteggiare la miseria, per cui, spessissimo, quando muore un boss c’è una doppia interpretazione. Da una parte la società civile, quella più colta, più impegnata, che ne ricorda la violenza, la sopraffazione, la connivenza, la distruzione, l’avvelenamento del territorio. Dall’altra, una parte di società che si ricorda la presenza che lo Stato non ha, la costanza di essere attenta per proprio conto alle esigenze del territorio.
Quindi ha una sua logica il manifesto in elogio dell’anima di Raffaele Cutolo chiamato tra l’altro " O’ monaco" e non "O’ professore". "O’ professore" è il soprannome criminale, "O’ monaco" è il soprannome di suo padre, uomo ligissimo, analfabeta zappatore che viveva come un monaco: da qui il suo soprannome "dedito solo alla terra", a zapparla e a mantenere la famigliaMa Cutolo fu anche giustizia immediata. Qualcuno dirà: «Iin che senso?». Nel ‘81 una bambina, Raffaelina Esposito, scomparve da Ottaviano e la NCO diffuse anche un volantino: era l’epoca delle sigle terroristiche quindi si comunicava con manifesti, rivendicazioni. La Nuova Camorra Organizzata scrisse: «Noi uomini di Cutolo non ammettiamo che si toccano i bambini, liberate la piccola, sennò pagherete». La bambina non viene liberata, la troveranno in un pozzo 10 giorni dopo, uccisa non stuprata. Partono le indagini, la sua maestra elementare, la maestra di Raffaelina dirà di averla vista l’ultima volta a bordo di una Fiat 127 di color rosso. I magistrati trovano un operaio 37enne, Castiello, che era un dipendente dello zio. Lo interrogano, lui aveva un alibi solido, non aveva elementi di dubbio su questo e lo rilasciano. Qualche giorno dopo viene ucciso e il comunicato è «Giustizia è fatta» firma NCO. Nessuno saprà mai ovviamente se Castiello era coinvolto in questa vicenda. Anzi, secondo la legge Castiello era completamente innocente. La Camorra lo ammazza con l’obiettivo di dare la sensazione di sicurezza, i… ( Roberto Saviano / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/saviano-manifesti-cutolo-l-ultimo-tributo-welfare-camorrista/5f38f8c4-91ad-11ec-b793-2265998432ac