Venezia, 14 apr. (askanews) – Un ritorno del vivo, un ritorno ai corpi e alle voci. I festival di Danza, Musica e Teatro della Biennale di Venezia sono stati presentati in una conferenza stampa digitale e, dopo l’edizione emergenziale del 2020, anno nel quale comunque si sono tenuti, oggi rappresentano ancora di più momenti per riflettere sul modo in cui vivere e superare il tempo della pandemia. Insieme al presidente della Biennale, Roberto Cicutto, i direttori delle diverse aree hanno presentato i propri programmi e lanciato suggestioni.
A partire da Stefano Ricci, che con Gianni Forte guida la Biennale Teatro. "Credo che ora – ha spiegato Ricci – sia il momento per ribaltare questo anno in cui ci siano trovati a dovere rimettere in gioco e ridiscutere le traiettorie da percorrere; è sempre una grande responsabilità quella di tracciare la direzione di un’indagine preziosa come quella del teatro".
Un’indagine che, come tutti gli spettacoli dal vivo, soffre ancora delle chiusure dei teatri e degli spazi performativi, tema sul quale Forte ha voluto lanciare un appello alla politica: "Basta, non ne possiamo più – ha detto -. Mi rivolgo ai governanti: per favore fateci ritornare a casa, fateci ritornare nei nostri teatri, fateci ritornare nei nostri spazi di cultura".
La Biennale Teatro, prevista a inizio luglio, partirà dalla suggestione di un colore, il Blue, mentre, sempre a luglio, tornerà, con 100 artisti e con la consueta intensità, la Biennale Danza, con la direzione di Wayne McGregor.
"Oggi cerchiamo disperatamente di ricollegarci al mondo – ha detto McGregor – attraverso e senza i corpi. Più che mai saremo estasiati dal ritorno a un’esistenza pienamente corporea. La danza, il primo e più grande senso, la più grande forma d’arte del tocco è felice di ispirare questo spettacolare ritorno con un programma che celebra il dinamismo e la diversità".
Per quanto riguarda la Biennale Musica, invece, prevista a metà settembre, la direttrice Lucia Ronchetti ha scelto di puntare sulla voce e sulla relazione tra il suono e i luoghi di Venezia, in una simbiosi a più livelli che, allargando ulteriormente il discorso, per il presidente Cicutto porta anche a coinvolgere il grande evento dal vivo di questo 2021, la Biennale Architettura che si apre il 22 maggio.
"Queste storie collettive – ha chiosato Cicutto – possono essere anch’esse una risposta alla domanda della Biennale Architettura su come vivremo insieme. Raccontano storie di donne, di uomini e di passioni e quindi in qualche maniera tutti il lavoro di questi tre festival si ricongiunge al tema posto dall’architettura".
Il punto chiave, però, che è importante ogni volta ribadire, perché prende senso ogni volta, è la rilevanza dei festival di Danza, Musica e Teatro all’interno del grande mondo della Biennale di Venezia, spazio policentrico, dispositivo attivatore di desiderio culturale e palestra di molteplicità artistica profonda e convinta. In cui le diverse discipline possono essere protagoniste e, insieme, tasselli di un’unica grande narrazione.