01:00 – Cos’è la ritenzione idrica?
02:03 – Segno della fovea
03:47 – Preeclampsia
06:17 – Consumo massimo giornaliero di sodio 5 gr (OMS)
09:42 – Attività fisica
10:05 – Stimolazione diretta del microcircolo venoso
10:21 – Cambiare spesso posizione
Da un punto di vista medico la ritenzione idrica, l’accumulo di liquidi, si chiama edema e si manifesta con un gonfiore più o meno visibile avvertito e spesso anche visibile tipicamente a livello di piedi, caviglie e gambe; la posizione non è ovviamente un caso, si tratta infatti di parti lontano dal cuore e soprattutto di quelle più soggette alla forza di gravità. Se ci sono troppi liquidi nel corpo è perché non è possibile drenarli efficacemente e questi tenderanno ad accumularsi scendendo verso il basso. Anche l’addome, a causa della presenza di tessuto adiposo, e le mani sono distretti che possono essere soggetti al disturbo, in genere uno se ne accorge perché gli anelli che fino al giorno prima erano giusti, iniziano a far più fatica ad entrare ed uscire.
Ci sono poi due altri segni piuttosto caratteristici, un aumento di peso anche molto marcato da un giorno all’altro, ed il cosiddetto segno della fovea.
Sebbene esteticamente sgradevole, e magari anche responsabile di un certo senso di disagio, la ritenzione idrica non è necessariamente indicativa di disturbi preoccupanti, ma è al contrario suggestiva nella maggior parte dei casi di uno stile di vita che necessita di qualche aggiustamento, soprattutto in soggetti giovani o relativamente giovani; ci sono però situazioni in cui il disturbo può essere indicativo di una malattia più importante, e ti consiglio allora di segnalarlo al medico nel caso in cui si verifichi una o più delle seguente condizioni:
1. ritenzione molto marcata
2. manifestazione improvvisa ed apparentemente inspiegabile
3. ne sia coinvolto un solo lato del corpo, ad esempio una sola gamba e non entrambe.
In questi casi la ragione potrebbe dover essere cercata in patologie potenzialmente anche molto serie, come ad esempio vene varicose, trombosi venosa profonda, malnutrizione, insufficienza cardiaca od altre cardiomiopatie, condizioni polmonari, tiroidee, linfatiche, epatiche od ancora insufficienza renale, oltre ovviamente a poter essere l’effetto indesiderato di una terapia farmacologica in corso.
Anche la sindrome premestruale e la gravidanza possono essere cause parafisiologiche di ritenzione, che quindi è prevedibile e non preoccupante a patto che l’entità sia modesta, ma anche in questo caso se molto severa od improvvisa è assolutamente imperativo segnalarlo al ginecologo, perché possibile segno di pre-eclampsia.
La dieta è probabilmente uno dei fattori chiave su cui agire, sotto diversi punti di vista; uno degli aspetti chiave, per molti soggetti il fattore determinante, è l’eccessivo consumo di sale o, più precisamente di sodio che è uno dei due elementi che lo costituiscono.
Se il sodio in eccesso è il cattivo del nostro film, abbiamo bisogno di un eroe, eroe che può essere rappresentato dal potassio, minerale in grado di antagonizzare gli effetti deleteri del sodio, tanto che è per esempio uno degli elementi chiave delle diete specificatamente mirate alla riduzione della pressione arteriosa. Le fonti principali di potassio sono ovviamente frutta e verdura, ma anche i tanto vituperati legumi.
Una dieta ricca di frutta e verdura ha anche un altro grosso vantaggio, ci aiuta a consumare abbonanti quantità di liquidi, fattore che ci porta direttamente al secondo elemento di contrasto alla ritenzione di fluidi, ovvero bere molto.
Terzo punto chiave, ovviamente, l’attività fisica.
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