Rinascita e speranza, a Venezia il “Baby 3.0” di Lorenzo Quinn

di solobuonumore

Rinascita e speranza, a Venezia il “Baby 3.0” di Lorenzo Quinn

Venezia, 18 lug. (askanews) – Una scultura affacciata sul Canal Grande a Venezia che vuole essere un messaggio di speranza e di rinascita e che letteralmente ricrea la dimensione del parto, su scala monumentale. Nel giardino di Palazzo Corner della Ca’ Granda a San Marco è stata inaugurata "Baby 3.0" dell’artista Lorenzo Quinn.

"Questa scultura – ha detto ad askanews – rappresenta non solo il cambio a cui aspiro sia come persona, ma anche per l’umanità. Credo che siamo in un momento molto importante, trascendentale, speriamo che sia la fine di un ciclo e l’inizio di uno nuovo, positivo, basato sull’amore, sull’empatia, la gentilezza e il rispetto. Questa scultura vuole cercare un dialogo, una rinascita dell’umanità, che parte da questo ventre materno. Io questa opera l’ho ideata con mia moglie, che ha avuto tre figli e quindi sa bene cosa significa il parto. Io sono un uomo e ovviamente non lo potrò mai sentire. Ma posso empatizzare".

Un grande osso pelvico in alluminio e un bambino in rete d’acciaio inossidabile, l’opera è monumentale e al tempo stesso leggera e cambia aspetto nel corso della giornata, con il variare delle luci e dei riflessi. "Di giorno il bebè quasi sparisce – ha aggiunto Quinn – di notte invece, con la luce, prende un suo volume, una sua forza e una presenza. Quasi come se fosse il momento del concepimento dell’opera, e quindi della vita umana. Dà valore a quello".

Alta 7 metri e larga quasi 9, la nuova scultura di Quinn si inserisce anche in un dialogo con la città di Venezia, coltivato negli anni con altre celebri installazioni, di cui il "Baby 3.0" rappresenta una sorta di proseguimento.

"Tutte le mie opere – ha concluso Lorenzo Quinn – parlano dell’umanità e dell’unione dell’umanità. Voglio cercare quello che abbiamo in comune, per quello nel passato lavoravo tanto con le mani. Mi fa gioire quando dicono che le mie sculture sono molto facili da capire, allora vuol dire che sono riuscito nel mio intento".

Con la curatela di Amira Gad, l’opera resterà esposta nel giardino della Prefettura veneziana fino al 31 ottobre.

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