Roma, 6 ott. (askanews) – Rivoluzione terapeutica in vista per i pazienti affetti da spondilite anchilosante. L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), ha infatti dato via libera alla rimborsabilità in Italia di un nuovo farmaco, Upadacitinib, che può essere assunto una volta al giorno e che promette un cambiamento radicale rispetto alle terapie sinora in uso.
Spiega Francesco Ciccia, Ordinario di reumatologia, all’ Università degli studi della Campania "Luigi Vanvitelli". La spondilite anchilosante è una malattia infiammatoria cronica articolare che colpisce generalmente giovani uomini e nella sua variante non radiografia anche giovani donne. E’caratterizzata da un dolore infiammatorio che compare la notte, che è presente durante il riposo e migliora con il movimento ed è associato a rigidità mattutina significativa che compare prevalentemente a carico della colonna lombare. È disabilitante per il paziente, invalidante, si associa a una scarsa qualità di vita, a una ridotta capacità produttiva a una ridotta capacità sociale del paziente. Ma il dato fondamentale è che ancora oggi c’è un ritardo diagnostico importante stimato intorno ai sette anni".
Una qualità di vita decisamente bassa, soprattutto perché la malattia colpisce in giovane età.
Silvia Tonolo, Presidente Associazione Nazionale Malati Reumatici – (Anmar)
"Una diagnosi precoce si aggira intorno ai 5 ai 7 anni e quindi colpisce prevalentemente ragazzi di un’età o universitaria o lavorativa. Quindi bisogna pensare il loro futuro avverrà in maniera come dire completamente diversa da quella che avevano prospettato.
Uscire da un ambulatorio con una diagnosi di spondilite comporta una serie di problematiche per il paziente, quindi prima arriviamo alla diagnosi prima riusciamo ad accedere alle cure che ad oggi sono mirate e che possono modificare e migliorare la qualità di vita. Poi un altro problema importante è quello del dolore il dolore Purtroppo è soggettivo, non sempre viene intercettato dalla reumatologo. E non esiste una condivisione con chi si occupa della terapia del dolore e quindi è una problematica da condividere con altri specialisti". Ma poi possono non insorgere anche altre comorbidità importanti associate che possono riguardare l’artrite psoriasica piuttosto che un morbo di Crohn".
I risultati del nuovo farmaco sono incoraggianti.
Ciccia: "Sono dati assolutamente importanti, e questo ci garantisce insieme alla drammatica b efficacia sulla componente dolore la possibilità di poter intervenire migliorando la qualità di vita, riducendo la sintomatologia, bloccando la progressione del danno. Restituendo al paziente una qualità di vita paragonabile a quella di un soggetto non affetto dalla malattia".