Milano, 10 gen. (askanews) – Raccolta differenziata dell’umido: l’Italia gioca d’anticipo e si conferma come esempio virtuoso in Europa e nel mondo. Dal primo gennaio 2022 è infatti scattato l’obbligo per tutti i Comuni italiani di istituire il servizio di raccolta differenziata della frazione umida, nella quale confluiscono anche le bioplastiche biodegradabili e compostabili, vale a dire i sacchetti certificati e anche gli imballaggi di frutta e verdura, piatti, bicchieri e stoviglie monouso realizzate in materiale compostabile. La misura varata dall’Italia anticipa di due anni l’analogo obbligo previsto dalla direttiva europea del 2018 in materia di rifiuti. "La raccolta dell’organico è importante non solo perché offre un contributo essenziale alla massimizzazione dei tassi di raccolta differenziata – spiega Enzo Favoino, ricercatore della Scuola Agraria del Parco di Monza e Coordinatore del Comitato Scientifico di Zero Waste Europe – Senza l’organico, infatti, non saremmo potuti arrivare al 65% circa di raccolta differenziata raggiunto dall’Italia. Ma soprattutto perché separando bene l’organico, riduciamo la fermentescibilità dei rifiuti residui indifferenziati non riciclabili. Ciò permette ai Comuni di ridurne la frequenza di raccolta del residuo il che, oltre a ridurre i costi complessivi di raccolta, spinge i cittadini a separare meglio anche tutti gli altri materiali come la carta, il vetro, la plastica e così via".
Nella frazione umida da differenziare e conferire andranno anche le bioplastiche compostabili, a cominciare dai sacchetti previsti per la raccolta stessa e grazie ai quali l’Italia viene guardata come esempio per la strategia e il successo nella raccolta di umido. "Usiamo le bioplastiche compostabili per raccogliere la frazione organica – sottolinea Marco Versari, presidente di Biorepack – Attraverso questo siamo stati il Paese europeo che raccoglie più frazione organica. Insieme all’organico ora devono essere conferiti nell’umido i sacchetti della spesa, le cialde del caffè realizzate in materiale compostabile, i nuovi imballaggi. Tutto ciò contribuisce ad aumentare ulteriormente questi tassi di raccolta per poi produrre compost che è un fertilizzante che ritorna nel suolo e ne mantiene la fertilità".
A beneficiare di questa "restituzione" al suolo di sostanza organica non è solo la produttività agricola e la salute delle piante, ma anche la lotta al cambiamento climatico ed al riscaldamento globale. La sostanza organica, infatti, è fatta essenzialmente di carbonio: tornando al suolo non produce gli effetti negativi che si hanno invece con la dispersione in atmosfera. "Il compost è un ammendante, è un fertilizzante, è uno strumento per garantire la fertilità del suolo – conferma Versari – Il suolo respira, accumula carbonio invece che disperderlo in atmosfera. In questo modo chiudiamo il cerchio del carbonio facendo una cosa buona per la natura e buona per l’ambiente".
Supportare il sistema della raccolta e del riciclo organico è l’obiettivo principale di Biorepack, consorzio di filiera del sistema Conai dedicato agli imballaggi in bioplastica compostabile, primo nel panorama europeo.
E’ infatti il consorzio che paga i territori che raccolgono, trasportano e mandano gli imballaggi biocompostabili agli impianti di trattamento della frazione organica.
Alla base di tutto resta però l’attenzione dei singoli cittadini a differenziare i rifiuti con attenzione.
( luca.ferraiuolo@askanews.it )