Riapre al pubblico la Galleria degli Uffizi a Firenze. Il direttore Uffizi Eike Schmidt: «Se un capolavoro non è visibile è come se non esistesse».
Scomparsi, cancellati da ogni tipo di percezione umana. Inesistenti. «Perché se un capolavoro non è visibile è come se non esistesse», dice il direttore degli Uffizi Eike Schmidt. E per 77 giorni le opere della Galleria sono sparite per quel sortilegio virale del genio malefico della pandemia. Non era mai accaduto dal Dopoguerra oggi, 76 anni vissuti meravigliosamente.
E così, quando il giorno prima della riapertura di giovedì 21 gennaio, saliamo sulla Scalone Granducale che sempre abbiamo visto affollato, l’emozione è forte. E’ una strana presenza dell’assenza quella che ha vissuto per oltre due mesi e mezzo il museo. Che si riverbera, appena giunti sul corridoio di Levante negli sguardi delle statue di arte romana e rinascimentale che sembrano osservarci, quasi, con ironia: «Siamo sparite ma ci siamo». Come se all’improvviso il lungo corridoio senza umanità fosse diventato un improbabile iperuranio, il mondo delle idee. Invisibile eppure vera essenza dell’arte.
Così, quando si apre la porta della sala di Giotto e del Medioevo, si resta incantati davanti alla sublime «solitudine» della «Madonna in trono col Bambino fra angeli e santi», ma anche turbati perché è il rumore cupo di un condizionatore d’aria ad accompagnare tanta bellezza. Nella sala di Piero della Francesca i profili dei duchi di Urbino continuano a guardarsi in eterno ma tutto è cambiato, tutto è diverso da 77 giorni prima e sono diverse, almeno così appaiono, le emanazioni della «Battaglia di San Romano» di Paolo Uccello.
E possibile che anche i visitatori possano fare la differenza in un museo così straordinario? Certo che sì. Perché gli sguardi sui capolavori sono anch’essi emozioni. E nel guardare la «Nascita di Venere», «La Primavera» e persino in un’altra sala i capolavori di Michelangelo, da soli si ha una strana sensazione. La stessa di quando una qualsivoglia meraviglia ci scorre davanti agli occhi e vorremmo condividerla con gli altri, ma non c’è tempo per quell’attimo fuggente. Ma la cosa più impressionante è affacciarsi alla Tribuna del Buontalenti adesso nella penombra delle luci spente, senza echi e riverberi di folla e di luce.
E ancora nella sala di Leonardo completamente vuota assistere in isolamento all’«Annunziazione». Con l’angelo che, come una creatura concreta proietta l’ombra sul prato. Lui c’è ancora, visibile. E lo sarà ancor di più, insieme a tutti gli altri capolavori, da oggi in avanti, da quando gli Uffizi sono tornati visitabili se pur con limitazioni e contingentamenti. «Quando abbiamo aperto il Giardino di Boboli (martedì 19 gennaio ndr) nonostante il gelo abbiamo trovato… ( Marco Gasperetti / CorriereTV ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/riapre-galleria-uffizi-firenze-per-77-giorni-venere-botticelli-rimasta-sola-mai-successo-seconda-guerra-mondiale/e904cac0-5bf7-11eb-9e63-4c8bcf5518af
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