Il tanto sbandierato Jobs act, dopo aver dato quelli che sembravano buoni risultati, si sta invece rivelando sempre meno convincente. L’insieme di leggi che avrebbe dovuto dare più stabilità al lavoro ed aumentare le persone impiegate pare aver perso la spinta iniziale.
Lo rivelano i dati forniti in mattinata dall’Inps secondo i quali i nuovi contratti a tempo indeterminato sarebbero diminuiti del 33,7% rispetto allo stesso periodo del 2015. Il motivo sarebbe da individuare nel taglio degli incentivi fiscali inizialmente elargiti dal Governo per incentivare la stabilizzazione dei contratti precari. C’è un dato in aumento, ma potrebbe anche non essere una cosa del tutto positiva. Infatti il ricorso ai voucher, strumento che permette il pagamento di prestazioni lavorative occasionali nato per cercare di arginare il fenomeno del lavoro nero, è aumentato di oltre il 30%.
Un dato che fa da un lato sperare in una diminuzione del lavoro nero, ma dall’altro diventa l’ennesima spia di una precarietà lavorativa che proprio non accenna a fermarsi. Infine c’è il dato delle assunzioni che rispetto allo stesso periodo del 2015 sono in calo del 10%. Inoltre tra coloro che sono stati assunti il numero di contratti a tempo indeterminato è crollato del 33,7% rispetto al 2015, segnando un calo pari a 379mila unità. Rimane invece pressoché invariato il numero di contratti a tempo determinato. Per quanto riguarda infine i contratti di apprendistato si registra un aumento del 15,4%, mentre quelli stagionali registrano una riduzione del 9%.