Regina Sluszny: “Io, bambina ebrea, salva grazie a una rete clandestina di famiglie non ebraiche”

di solobuonumore

Regina Sluszny: “Io, bambina ebrea, salva grazie a una rete clandestina di famiglie non ebraiche”

Regina Sluszny è una dei seimila bambini che, in Belgio, scamparono al campo di sterminio di Auschwitz grazie a una straordinaria rete clandestina di famiglie non ebree che scelsero di dare rifugio a migliaia di bambini, rischiando loro stessi la vita, pur di salvarli dai rastrellamenti e dalla deportazione.

Prima di iniziare l’intervista le ho chiesto di chiudere gli occhi e dirmi la prima riflessione che le fosse venuta in mente. Regina Sluszny, ebrea, mi ha detto: "Perché c’è bisogno di fare la guerra? Se farai la guerra avrai morti da entrambe le parti, nulla di buono può uscire dalla guerra. E’ lo stesso in Israele e Gaza. Non dovrebbe importare se sei cristiano, o musulmano, o non credente, o ebreo, conta la persona che sei! Niente di buono può uscire dalle guerre, ogni persona che muore è una persona di troppo."

E poi mi ha raccontato la sua storia di bambina ebrea in fuga, respinta alla frontiera senza riuscire a salire su una barca, e poi clandestina per tre anni in Belgio. Una storia che lei stessa ha paragonato a quella dei migranti che oggi scappano dai loro Paesi per arrivare in Europa: "Le persone che vogliono salvarsi incontrano persone buone, che li vogliono salvare, ma incontrano anche persone cattive, proprio come quelle che hanno consegnato le persone ebree per soldi. Oggi viviamo la stessa situazione".

Saverio Tommasia

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