Roma, 25 gen. (askanews) – Cinque anni fa, il 25 gennaio 2016, Giulio Regeni veniva rapito al Cairo, poi torturato e barbaramente ucciso. Tra depistaggi e mancate risposte da parte dell’Egitto, la verità non è ancora emersa.
Il presidente della repubblica Sergio Mattarella ha ricordato il ricercatore italiano tornando a chiedere giustizia: "L’azione della Procura della Repubblica di Roma, tra molte difficoltà, ha portato a conclusione le indagini che hanno individuato un quadro di gravi responsabilità, che, presto, saranno sottoposte al vaglio di un processo, per le conseguenti sanzioni ai colpevoli. Ci attendiamo piena e adeguata risposta da parte delle autorità egiziane, sollecitate a questo fine, senza sosta, dalla nostra diplomazia" ha detto nel suo messaggio il capo dello Stato.
La Procura di Roma a dicembre ha chiesto il rinvio a giudizio per i quattro appartenenti ai servizi egiziani. Ma la procura egiziana ha annunciato che non ci sono ragioni per avviare un procedimento penale per il sequestro, la tortura e l’omicidio di Regeni, perché "il responsabile è sconosciuto".