Da giugno 2023 scatteranno i controlli per il Comune di Napoli sulla legge del "Patto per Napoli". Un accordo con cui lo Stato ha dato al Comune le risorse necessarie per evitare il fallimento, ma al costo della vendita del patrimonio immobiliare di pregio. "È un patto da prendere o lasciare, cosa resta al Comune se vende il territorio, se vende i servizi, se vende i beni? Solo un ruolo da supervisore con una governance affidata ai privati. È un patto che condizionerà le prossime amministrazioni per i prossimi 50 anni" spiega a Fanpage.it Alberto Lucarelli, Docente di Diritto Costituzionale all’Università Federico II di Napoli.
Ma quali sono i beni che il Comune dovrà vendere o dare in gestione ai privati per rispettare gli accordi del patto? "Galleria Principe, Palazzo Cavalcanti, il Complesso del Carminiello a Piazza S.Eligio, l’ex deposito Anm di Posillipo, sono quelli che il Sindaco sta provando a svendere attraverso la società Invimit" sottolinea Marina Minniti dell’Associazione "Mi Riconosci?".
Si tratta di beni di grande valore culturale, la Galleria Principe è del 1800 e Palazzo Cavalcanti del 1700. "Per Castel dell’Ovo ci sarà la gestione ai privati o ad una fondazione mista pubblico – privata, il che significa niente più ingresso libero e tutti i servizi a pagamento. Al Maschio Angioino invece sarà aumentato il biglietto d’ingresso che oggi è di 6 euro, il primo esempio di privatizzazione lo vedremo a breve con il Cimitero delle Fontanelle, che è sempre stato gratuito ed ora il Comune ha affidato ai privati".
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