Mosca, 10 gen. (askanews) – Il presidente russo Vladimir Putin ha dichiarato che le forze russe e alleate inviate in Kazakistan per sostenere il potere centrale – che secondo lui è stato vittima di "un’aggressione" – lasceranno il Paese dopo la fine della loro missione. "Una volta che il contingente avrà espletato le sue funzioni, si ritirerà dal territorio del Kazakistan" ha detto Putin durante un incontro in videoconferenza con i suoi alleati, compreso lo stesso presidente kazako. "Comprendiamo che gli eventi in Kazakistan non sono i primi e lontano dall’essere gli ultimi tentativi di interferire dall’esterno negli affari interni dei nostri Stati".
Putin ha poi avvertito che Mosca non tollererà le "rivoluzioni colorate" nell’ex Unione Sovietica, un’espressione ricorrente usata per descrivere le rivolte orchestrate secondo il Cremlino dall’Occidente nei paesi dell’ex Unione Sovietica. E tuttavia alla "stabilità" kazaka si è dimostrata molto interessata la Cina che esce dall’ombra e assicura assistenza per "prevenire qualsiasi tipo di rivoluzione". Secondo gli Stati Uniti – al di là delle dichiarazioni odierne di Putin – sarà "molto difficile" per il Kazakistan far ripartire l’esercito russo. E Papa Francesco durante l’Angelus di domenica ha affidato il popolo kazako alla misericordia della Madonna.
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