Puntura di tracina: cosa fare e quanto dura il dolore

Immagina di essere tranquillamente immerso nelle tiepide acque del mare, quando, all’improvviso, avverti un pizzicore insolito; dapprima pungente, poi sempre più sordo e intenso.

Non è il fastidioso prurito in stile bruciatura tipicamente causato dalle meduse, ma qualcosa di più intenso della puntura di calabrone.
È così che si manifesta la puntura di tracina, noto anche come pesce ragno o pesce drago, una seccatura che può trasformare un momento di relax in una vera e propria sfida alla sopportazione del dolore.

Parliamo di un dolore intenso, pulsante, a volte accompagnato da improvvisi picchi. La zona colpita si arrossa e si gonfia a vista d’occhio. Il dolore può estendersi e irradiarsi parecchio, soprattutto quando sono coinvolti, come accade spesso, i piedi o le mani.

Per gestire al meglio la situazione, contrariamente a quanto tramandato da alcuni falsi miti, non è consigliabile applicare ghiaccio, ammoniaca o aceto. Al contrario, bisogna immergere o tamponare la zona con acqua calda, preferibilmente intorno ai 40°C, perché il calore può contribuire a inattivare il veleno e alleviare il dolore. Se necessario, ovviamente, bisogna rimuovere eventuali frammenti di spine rimasti nella pelle.

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