Sarà capitato anche a te di avvertire un dolore nella zona inguinale, pubica e nell’interno coscia.Questo viene definito genericamente pubalgia, e oggi parliamo più precisamente di quella sportiva, cioè che colpisce gli atleti.
Questo tipo di pubalgia, particolarmente frequente tra i giocatori di calcio e hockey su ghiaccio, è una forma specifica e ben definita, anche chiamata athletic pubalgia, che coinvolge l’articolazione pubica.

Le cause di pubalgia sportiva sono diverse. Il principale responsabile è proprio lo sport, soprattutto le attività ad alto rischio, ma contribuiscono anche una predisposizione anatomica, un insufficiente riscaldamento, gli stress ripetuti e i traumi. Il sintomo principale è il dolore durante i movimenti sportivi, in particolare di estensione dell’anca, le torsioni e le rotazioni, che spesso si irradia con scarsa focalizzazione verso gli adduttori e i testicoli.

Dopo l’attività fisica, l’atleta può avvertire rigidità e fastidio, che possono trasformarsi poi in un dolore intenso. Il giorno successivo a uno sforzo fisico considerevole, può risultare difficile perfino alzarsi dal letto o scendere dall’auto, o fare qualsiasi sforzo che aumenti la pressione intra-addominale; la tosse e gli starnuti possono aggravare il dolore.

Per diagnosticare correttamente la pubalgia sportiva sono necessari un esame dettagliato e la risonanza magnetica. In questo modo, sarà anche possibile capire se vi siano lesioni associate, come ad esempio lacerazioni dell’aponeurosi obliqua esterna, strappi del tendine congiunto, lesioni al tubercolo pubico e deiscenza tra tendine congiunto e legamento inguinale.
Vediamo cosa si può fare per trattare la pubalgia sportiva.

Le terapie conservative, come un leggero stretching e un breve periodo di riposo, possono alleviare temporaneamente il dolore. Ma il trattamento definitivo, talvolta, richiede una riparazione chirurgica seguita da una riabilitazione ben strutturata. Il primo obbiettivo è ripristinare il movimento normale, dopo che l’adduttore ha iniziato a guarire, il che avviene solitamente dopo 6 o 8 settimane dall’infortunio. Alcune persone trovano sollievo dormendo in posizione prona, con l’anca flessa e ruotata esternamente sul lato interessato.

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