Psicofarmaci e giovani, aumenta l’uso: «Il futuro e l’università sono motivo di ansia. Ci serve…

di solobuonumore

Psicofarmaci e giovani, aumenta l’uso: «Il futuro e l’università sono motivo di ansia. Ci serve…

La testimonianza di due ventenni che hanno chiesto supporto medico. Lo psichiatra Mencacci: «Le richieste di aiuto crescono dal 2010. Con la pandemia i disturbi psichiatrici aumentati del 25%»

Prima dell’università, Anna non ha mai avuto problemi con lo studio, né con i compagni o i professori. Poi, quando è iniziato il percorso accademico, qualcosa è cambiato, come se un macigno avesse preso spazio dentro di lei, rendendole faticoso ogni passo in avanti. Anna ha 25 anni (il nome è di fantasia), è iscritta a Scienze dei Beni culturali, facoltà che segue mentre lavora, e per poter superare questo blocco di paure e ansia ha chiesto aiuto a una psicologa. Anna sta assumendo, su indicazione medica, degli psicofarmaci.
Un macigno simile ha iniziato a schiacciare Edouard, invece, già ai tempi delle scuole superiori: la sua ansia era così forte da aver «plasmato» il suo corpo: «Ho iniziato ad avere dei problemi a livello intestinale quando ho dato l’esame di maturità – racconta in videochiamata – e mi hanno trovato delle ulcere che erano causate dall’ansia». Edouard oggi ha 24 anni e ha ricominciato a soffrire di ansia dopo l’iscrizione a Giurisprudenza. È seguito da uno psichiatra e anche lui sta assumendo psicofarmaci.
Anna e Edouard ci hanno raccontato la loro storia e hanno provato a riflettere su quelli che sono i disagi e le angosce della loro generazione. E, insieme a due professionisti, abbiamo affrontato il tema della salute mentale dei nostri ragazzi: lo abbiamo fatto con il medico psichiatra Claudio Mencacci, direttore emerito Neuroscienze al Fatebenefratelli di Milano e co-presidente della Società italiana di Neuropsicofarmacologia (Sinpf) e con Giulia Cordaro, psicologa e psicoterapeuta, consulente presso il servizio «PoliPsi» di psicologia e psicoterapia per studenti e dottorandi del Politecnico di Milano.

Anna, la studentessa nel tunnel degli attacchi di panico «L’ansia è arrivata con i primi esami – racconta Anna in una videochiamata in cui chiede di rimanere anonima –. Scappavo, avevo degli attacchi di panico e mi chiudevo nei bagni dell’università senza pensare ad altro se non all’esame che non riuscivo a dare». La timidezza della studentessa è un fattore che ha inciso su questo percorso, racconta, nonostante la sua preparazione. «Quando la situazione è diventata insostenibile perché l’ansia mi stava bloccando totalmente – prosegue nel racconto – e quindi non riuscivo né a dare gli esami né a mollare l’università, ho deciso di intraprendere un percorso psicologico. Gli ansiolitici mi hanno dato la tranquillità di avere una rete di sicurezza: ora so che, in caso di crisi, ho la possibilità di uscirne. Per me è stata la decisione migliore perché mi hanno aiutata a uscire da quel tunnel in cui ero finita». Quando ha… ( Jessica Chia / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/psicofarmaci-giovani-aumenta-l-uso-il-futuro-l-universita-sono-motivo-ansia-ci-serve-piu-sostegno/500a8904-08ed-11ee-9252-2eef801783fd

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