Torino, 7 apr. (askanews) – "Siamo qua questa mattina a manifestare per l’ennesima volta per diversi motivi: il primo motivo è che noi all’aperto, dove è stato garantito da tutti i medici che non c’è rischio, ancora una volta siamo chiusi. In opposizione a questo i supermercati e i centri commerciali che al chiuso sono i posti più pericolosi restano aperti, addirittura a Pasqua erano aperti fino all’una, stanno vendendo di tutto e vendono anche la nostra merce. È un anno che diciamo queste cose ed è un anno che non abbiamo nessun tipo di risposte. La nostra categoria è stata abbandonata, non abbiamo ristori. Da questo ultimo decreto di Draghi non riceveremo praticamente nulla. Un’attività commerciale che vive sul lavoro, chiusa di nuovo un mese nel periodo più importante dell’anno: la primavera". E’ la denuncia di Silvano
Rittà, vice presidente Ubat (Unione battitori ambulanti torinesi) che in piazza Benefica a Torino vende fiori.
Ambulanti e mercatali di generi non alimentari sono tornati a protestare contro le restrizioni prolungate a causa del Covid. Banchi allestiti in diverse piazze e vie di Torino, senza però poter vendere la merce. Fiori, vestiti, abbigliamento, oggetti per la casa sono esposti sui banchi con i cartelli che recitano "Manifestazione", "Diritto al lavoro", "Apriamo perché siamo all’aperto". Un’iniziativa simbolica per richiamare l’attenzione sui problemi della categoria, che coordinata dalle sigle Ubat, Apicast e Goia, ha preso vita in vari luoghi della città, da Santa Rita a corso Racconigi, da Porta Palazzo a Cit Turin.
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