Bologna, 27 giu. (askanews) – Trasformare i dipendenti degli studi professionali in lavoratori ‘agili’, in grado di lavorare sempre più in autonomia e di raggiungere gli obiettivi con senso di responsabilità e nei tempi concordati con il datore di lavoro. E’ uno dei principali obiettivi del nuovo Contratto collettivo nazionale per gli studi professionali che è stato presentato da Cifa e Confsal in occasione del Festival del Lavoro 2022 di Bologna.
Il presidente Andrea Cafà: "Abbiamo, attraverso la nostra associazione UNPI-Unione Nazionale Professionisti Italiani e Cifa, colto la sfida proposta di un pool di professionisti. Professionisti che volendo creare studi di nuova generazione avevano bisogno di un nuovo contratto collettivo che li aiutasse a creare nuove organizzazioni. Organizzazioni smart, organizzazioni che possano servire meglio i loro clienti. Lo abbiamo fatto. Il contratto sta riscuotendo l’interesse di parecchi professionisti che vogliono veramente abbracciare il cambiamento. E’ un contratto sostenuto dalla bilateralità".
Il contRatto è appena nato, ma è già sostenuto con fondi per finanziare, tra l’altro, la formazione. Cristina Fioroni, consulente del lavoro Ronzoni Group StP, spiega: "Cambiamento e competenze sono le due regole necessarie al lavoratore del futuro. Non c’è ancora il lavoratore giusto che ha le competenze corrette. E questo contratto ha questa possibilità: evidenzia non le mansioni ma le competenze".
Un altro tema affrontato dal nuovo contratto è legato alla flessibilità oraria. Come ricorda il presidente di UNPI CIFA – Unione Nazionale Professionisti Italiani, Salvatore Vigorini: "Dobbiamo cominciare a rendere i contesti organizzati sempre più vivibili, dobbiamo porre sempre più attenzione al tema della conciliazione di tempi di vita e lavoro. Bene la flessibilità oraria con una nuova articolazione dell’orario di lavoro, una novità assoluta per la contrattazione collettiva quindi la possibilità di eseguire la prestazione lavorativa in un arco temporale più ampio nella giornata in modo da dare più flessibilità al lavoratore, ma soprattutto è fondamentale il superamento della dicotomia lavoro in presenza e smartworking".