Il porto di Napoli non ha un suo sistema di elettrificazione. Le navi che sostano all’interno del porto sono quindi costrette a lasciare i motori accesi per generare corrente elettrica per il fabbisogno delle navi. Una circostanza che genera quindi pesantissime emissioni nell’aria. Nonostante l’ARPAC non abbia una centralina di rilevazione della qualità dell’aria fissa nel porto di Napoli, le misurazioni della stazione mobile hanno consegnato dei dati che destano grandissima preoccupazione.
Thomas Strauss, fisico e consigliere della Municipalità 2, quella in cui ricade il porto di Napoli, ha analizzato i dati dell’ARPAC 2019-2020 e li ha incorciato con uno studio dell’ISPRA del 2023. " I livelli di ossidio di azoto nel porto di Napoli sono terribili – spiega a Fanpage.it – su un livello soglia per legge di 40 microgrammi al metro cubo, nei dati ARPAC arriviamo a 150, 160 e addirittura a 400 microgrammi. Inoltre lo studio dell’ISPRA spiega come il carico di emissioni sia dovuto allo stazionamento in porto delle navi per oltre il 60%. C’è assoluto bisogno di un progetto di elettrificazione".
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