Genova, 14 ago. (askanews) – Un dolore che ha segnato profondamente una città, un’incredibile disastro che la lasciato il paese senza parole. A Genova il 14 agosto, tre anni fa, alle 11.36, il viadotto Polcevera dell’autostrada A10, noto a tutti come ponte Morandi dal nome dell’ingegnere che lo progettò, crollò da 45 metri d’altezza nell’alveo del torrente. Una massa di macerie finì sulla strada e sulle strutture sottostanti causando la morte di 43 persone, 11 i feriti e oltre 600 gli sfollati.
Per non dimenticare, anche con le restrizioni dovute alla pandemia, si è ricordato l’anniversario del crollo un minuto di silenzio e con una cerimonia sobria.
Un messaggio di vicinanza è arrivato dal premier Mario Draghi che sulla vicenda giudiziaria si è espresso così: Voglio riaffermare l’impegno del Governo affinché non si verifichino mai più eventi così tragici e dolorosi. A Genova, lo Stato ha tradito la fiducia che i cittadini ripongono nei confronti delle
istituzioni. Con il Ponte Morandi sono crollate le fondamenta del vivere civile, che è alla base della nostra comunità, Non accada più".
E sul rischio prescrizione per il processo, la ministra Maria Cartabia ha aggiunto:
"So che è stata è stata per voi e per tutta la città fonte di preoccupazione l’opinione, del tutto destituita di fondamento, per cui la riforma del processo penale appena approvata potrebbe frustrare la vostra bruciante domanda di verità e giustizia. L’ho detto più volte e voglio riperterlo qui davanti a voi: non c’è mai stato rischio di prescrizione per il processo sul ponte Morandi".
Per la tragedia del ponte Morandi la procura di Genova ha rinviato a giudizio 59 persone, tra le quali gli ex vertici di Aspi e della ex controllata Spea incaricata delle manutenzioni, e le stesse società. Le accuse, a vario titolo, sono di crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, omicidio stradale, omicidio colposo plurimo, falso.