La nuova vita della poesia riparte da circoli, parchi, enoteche ma anche università. Non più come sommatoria di versi da imparare a memoria sui banchi di scuola, ma come performance e spettacolo in forma orale. Il fenomeno del poetry slam, nato negli Stati Uniti a metà anni Ottanta per mano e voce del poeta operaio Marc Kelly Smith, vive in Italia un momento di esplosione. Testi scritti di proprio pugno, nessun elemento di scena o musica e una giuria – scelta rigorosamente in maniera casuale – sono gli elementi essenziali di una competizione fra poeti che si sfidano a colpi di monologhi, rime, racconti.
"Quest’anno come Lega Italiana Poetry Slam abbiamo fatto oltre 530 serate, mai così tante", spiega il presidente della Lips, Andrea Fabiani. Non stupisce che quindi la Lips, ogni anno, organizzi un campionato nazionale che dà accesso a un europeo, a sua volta base di lancio per i mondiali. E per ben tre volte consecutive (2021-2023) l’Italia ha vinto il campionato mondiale di poetry slam. Ma chi sono questi poeti? Perché scrivono e si esibiscono? E come mai questo fenomeno ha trovato un proprio solido pubblico? Nel nostro minidocumentario cerchiamo di dare risposte a queste domande raccontando atmosfere, aneddoti e storie di poesia. A guidarci in questo viaggio, fra gli altri, il campione del mondo 2021 Giuliano Logos e lo scrittore, speaker e performer Paolo Agrati, nella scena italiana slam fin dalle sue origini.
Di Andrea Lattanzi e Gianvito Rutigliano