All’indomani dell’approvazione definitiva del codice degli appalti in Consiglio dei ministri, sono arrivate le accuse dei sindacati, che hanno messo nel mirino in particolare le norme sui subappalti a cascata e l’appalto integrato. Il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – titolare del provvedimento – replica sferzante dal palco di un convegno a Roma: "Se la Cgil annuncia lo sciopero, vuol dire che il codice è fatto bene". Critico sul testo anche il presidente dell’Autorità Anticorruzione (Anac) Giuseppe Busia, che ha spiegato come con il nuovo codice la trasparenza venga messa in secondo piano e che in particolare soglie troppo basse per gli affidamenti diretti: "si sceglierà l’impresa più vicina, quella che conosco, non quella che si comporta meglio". Ribatte Salvini: "Ci saranno tutti i controlli dovuti", sottolinenando come i piccoli comuni non abbiano la capacità tecnica, per bandire le gare. Sul tavolo del ministro ci sono però anche altri dossier, in particolare quello sui ritardi del Pnrr. Salvini si dice "fiducioso" circa la possibilità di realizzare il piano, ma chiede una rimodulazione di alcuni progetti, particolarmente "ambiziosi", ereditati dal governo Draghi. E attacca il commissario Ue Paolo Gentiloni, che aveva invitato l’Italia a concentrarsi sul Pnrr, anziché su questioni considerate secondarie, come la flat tax o il ponte sullo Stretto. Il ministro riserva una battuta anche alla battaglia europea sullo stop per i motori a benzina nel 2035, dopo che la Germania ha dato il via libera all’accordo, includendo l’uso degli e-fuel, ma lasciando fuori i biocarburanti, spinti dal nostro Paese. Salvini nega che si tratti di una sconfitta del governo, "Abbiamo aperto un varco", dice.
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