L’autodefinito "popolo della famiglia" torna sul luogo del delitto. Circa un mese e mezzo dopo aver contribuito ad affossare il ddl Zan, i paladini della famiglia tradizionale sono tornati in Senato per una nuova iniziativa: la presentazione di un volume destinato alla distribuzione nelle scuole dal titolo "Educazione all’Affettività, un patto di alleanza tra famiglia e scuola". Di fatto, il testo curato dall’Associazione Family Day si propone soprattutto di riaffermare la rigida distinzione tra i sessi e a combattere quella che viene definita come la teoria gender o ideologia di genere. A patrocinare l’iniziativa, il senatore ultracattolico della Lega Simone Pillon che dal palco ha detto: "Con la bocciatura del ddl Zan si è detto un grande no all’autopercezione del sesso perché il sesso è una realtà naturale che non si può cambiare". E il presidente del Family Day Massimo Gandolfini ha indicato la prossima battaglia delle lobby tradizionaliste, quella contro le carriere Alias, ovvero la possibilità offerta da alcune scuole e università agli studenti in transizione di genere di utilizzare un nome diverso da quello anagrafico e corrispondente alla nuova identità in fase di acquisizione. "La disforia di genere è una patologia che va curata – dice Pillon a Fanpage.it -, i ragazzi non possono essere trattati come cavie da laboratorio".
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