Roma, 21 gen. (askanews) – "La Cina è una potenza aggressiva e Xi Jinping è un autocrate alla testa di una potenza aggressiva". Non si tratta di un Paese che vuole semplicemente approfittare delle eccedenze commerciali, "divorando le industrie, ma è una potenza che vuole rimodellare il mondo". Così Aquilino Morelle, eminenza grigia ma schietta della politica francese, già consigliere di Lionel Jospin e François Hollande.
Nel suo ultimo libro "L’opium des élites" Morelle riconosce all’attuale amministrazione Usa di Joe Biden – e in particolare, citando un intervento in Senato del Segretario di Stato Antony Blinken – la volontà di non fare più sconti alla Cina. Ma in un’intervista ad askanews spiega che benché le élite abbiano adorato detestare Donald Trump, non Biden ma Trump per primo ha visto la "questione cinese" veramente per quello che era:
"Trump è il primo capo di Stato americano che ha detto le cose come dovevano essere dette, cioè che noi abbiamo fatto in quel caso un errore collettivo creando la "Cinamerica", un idea che insieme le due potenze potessero rimodellare il mondo in una sorta di intesa. Era un errore".
Per molto tempo l’Occidente, gli Stati Uniti e l’Europa sono stati terribilmente ingenui. Sempre secondo Morelle l errore iniziale fatto "per cecità ideologica" è stato quello di fare entrare Pechino nella Wto (Organizzazione Mondiale del Commercio) senza obbligarla a rispettarne le regole. Ma ora, non è troppo tardi per difendere le frontiere economiche dell’Europa?
"Non è mai troppo tardi. Se fosse troppo tardi allora bisognerebbe smettere di fare politica. Tutti gli Stati del mondo hanno capito che dovevano diminuire la loro dipendenza dalla Cina rimodellando e rinazionalizzando le produzioni che avevano delocalizzato, recuperando una parte di sovranità industriale e alimentare. Si è visto quello che è successo con le mascherine, i test, i vaccini. Penso che tutto ciò oggi sia acquisito, non è troppo tardi".
Intervista di Cristina Giuliano
Montaggio: Linda Verzani
Immagini: askanews, afp
Voce: Adriano Petrucci