Perché togliere la data di scadenza dal cibo è giusto?
In Inghilterra alcune catene di supermarket, come Waitrose, Marks&Spencer e Tesco, hanno deciso di eliminare la scritta ‘da consumarsi preferibilmente entro” da centinaia di prodotti freschi, cioè frutta e verdura confezionate.
Il motivo? Ridurre gli sprechi.
Si parla di spreco alimentare quando alimenti commestibili vengono buttati inutilmente.
Come spiega il programma d’azione per le risorse dei rifiuti (WRAP) del governo britannico, questa decisione potrà ridurre considerevolmente gli sprechi alimentari: 7 milioni di cestini di cibo in meno, solo nel Regno Unito.
In pratica, il consumatore potrà decidere da solo se comprare il prodotto senza essere influenzato dalla data di scadenza e, di fatto, aumentando le probabilità di acquisto e riducendo gli sprechi.
Ovviamente si tratta di alimenti per i quali non c’è un rischio per la salute legato alla scadenza: possiamo capirlo da soli se, ad esempio, un’insalata è commestibile.
La FAO fa sapere che solo in Italia sprechiamo ogni anno 4 milioni di tonnellate di cibo, cioè ognuno di noi butta 67,1 chili di alimenti.
E, a livello globale, buttiamo un terzo del cibo che produciamo: un terzo.
Intanto, ogni 10 secondi un bambino muore di fame.
Presi dal consumismo, potremmo non renderci conto delle conseguenze di questo spreco: evitare di buttare cibo commestibile e sano significa anche ridurre le emissioni di fonti fossili utilizzate per coltivare, trasportare e smaltire il cibo.
Meno sprechi, significa ottimizzare la produzione e ridurre l’impatto sull’ambiente: che di sti tempi abbiamo capito che è il nostro obiettivo numero 1 per salvarci il futuro.
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