Dittatori e criminali violenti in evidente arretramento. Il Vicino Oriente aiuta a capire la metamorfosi del regime iraniano, la sconfitta del golpista americano Trump e del criminale Putin, che sta perdendo la guerra in Ucraina
È davvero cominciata in tutto il mondo la fase del ripensamento. Alle certezze e ai lutti provocati dalle guerre e dalle violenze di leader dittatori, si sta opponendo il fronte realista di una democrazia globale più matura. Il segnale che abbiamo amato di più è la liberazione di Alessia Piperno, la ragazza italiana che era andata in Iran per unirsi alle donne che manifestano senza velo contro un regime assolutamente illiberale, che per proteggere se stesso è pronto a qualsiasi abuso. Dopo una prigionia di 45 giorni, e grazie al silenzioso e prezioso lavoro della nostra intelligence, Alessia è tornata a casa e ha riabbracciato i suoi famigliari. L’annuncio della liberazione è arrivato dal capo del governo Giorgia Meloni. Che giovedì scorso ha ricevuto gli elogi del vertice della Nato per la fedeltà atlantica del nostro Paese. Tutto questo accadeva nonostante l’esplosione della prima seria crisi internazionale del nuovo esecutivo, con duri scambi di accuse tra la Francia e l’Italia sul problema dei migranti. Meloni, che cerca di compattare il governo di destra, sostenuto dalla frangia più estrema, sostenendo di interpretare la volontà degli elettori, mostra in realtà i propri limiti. Dall’altra parte dell’Atlantico, la temuta rinascita dell’ex presidente americano golpista Donald Trump si è sciolta come neve al sole. Non soltanto i democratici hanno tenuto, rafforzando Joe Biden, ma anche nel partito repubblicano hanno prevalso gli oppositori di Trump. Il quale, non sapendo più chi accusare, si è scagliato violentemente contro la moglie Melania. Accuse ridicole e vergognose, indegne di un uomo. Figuriamoci di un presidente degli USA. Biden, rincuorato dall’esito elettorale, ha detto ad alta voce: "La guerra che tanto ci preoccupa finirà quando la Russia si ritirerà da tutta l’Ucraina". E Stoltenberg, capo della Nato in visita a Roma, ha aggiunto, intervistato dalla direttrice del TG1 Monica Maggioni:"Sappiamo che la guerra in Ucraina, scatenata dalla Federazione Russa, non è cominciata lo scorso febbraio, ma 18 anni fa, nel 2014, quando il Cremlino occupò illegalmente la Crimea". Certo anche il dittatore-criminale Vladimir Putin ha serissimi problemi. La guerra è già costata la morte e la scomparsa di 100.000 uomini, aprendo dolorose ferite in tante famiglie dell’ "impero sovietico". Putin, che forse per la prima volta è consapevole dei propri madornali errori di valutazione, sta retrocedendo sul campo della guerra in Ucraina e ha deciso persino di non partecipare al G20. Decisione che equivale a un clamoroso segnale di debolezza. Molti pensano che presto potrebbe esservi un terremoto politico… ( di Antonio Ferrari / LaPresse/AP – CorriereTv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/vicino-oriente/perche-mondo-intero-sta-cambiando-rotta/9d6bcfc8-6389-11ed-bcf5-ba13826ce8c8