Bologna, 18 nov. (askanews) – Il Partito democratico non può fermarsi a discutere "delle virgole delle norme" scritte nello statuto. Ma dovrebbe andare in piazza e davanti agli ospedali e "dire che la destra è una vergogna" e manifestare "contro la vergogna dei no-vax nei reparti ospedalieri". Lo ha detto il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, a margine di un incontro organizzato a Bologna da due circoli del Pd.
"Il Pd non deve solo pianificare la sua discussione, ma da domattina dovrebbe stare nelle piazze – ha spiegato Zingaretti -. Dall’annuncio dei no-vax che tornavano nelle corsie degli ospedali dovevamo stare davanti a tutti gli ospedali italiani e dire che la destra è una vergogna. Visto che non l’abbiamo fatto, una delle cose belle che potremo decidere" domani in assemblea nazionale "non è quello che faremo a marzo o aprile", ma quello che si può fare "tra qualche giorno". Cioè "una grande mobilitazione nazionale a difesa della sanità pubblica, della scienza, contro la vergogna dei no-vax nei reparti ospedalieri. C’è un dibattito che si afferma sulle virgole delle norme – ha aggiunto l’ex segretario del Pd – però siamo qua per combattere per creare giustizia, non tra qualche mese ma da stasera".
"Io non conosco bene il regolamento che si sta decidendo lo vedremo domani" in assemblea, ha precisato Zingaretti. "Io confermo e continuo a pensare che il problema non sia febbraio, marzo o aprile. Credo che il problema sia oggi, domattina: come insieme questo gruppo dirigente e questo partito sta nel conflitto sociale che si è aperto o si deve aprire anche dopo la formazione del governo delle destre".
"Questo non è un governo che brilla per capacità di comunicare al paese – ha ricordato il governatore del Lazio -. Ci si aspettava una rivoluzione mentre le uniche cose che hanno caratterizzato il governo è l’annuncio non fatto del denaro contante, della galera a sei anni per chi partecipa a un concerto, dell’annuncio della flat tax che aumenta le disuguaglianze, dell’atteggiamento inutile e disumano nei confronti degli immigrati; non c’è traccia di un provvedimento per le imprese, niente sulla scuola e l’università, non si parla più di lavoro, sono scomparse le disuguaglianze. Paradossalmente siamo già in un altro giorno dopo il 25 settembre".