Continua a farsi sentire lo sciame sismico nell’Appennino umbro-marchigiano.
Sono in tanti quelli che non si arrendono e vogliono restare vicino alle loro case sfidando la paura.
“Non bisogna sottovalutare le conseguenze della paura che inevitabilmente ha contagiato molte persone”.
A parlare è la psicoterapeuta Paola Vinciguerra, presidente dell’EURODAP, Associazione europea disturbi da attacchi di panico.
“Sono in particolar modo i 40-45 enni a rischiare che questa sensazione di allarme costante si trasformi in attacchi di panico, perché hanno il peso delle responsabilità familiari, quindi casa, figli spesso piccoli, genitori anziani. Tuttavia chiunque può sviluppare crisi d’ansia che possono degenerare”.
“Se avete avuto un attacco di panico, se vi siete sentiti bloccati con la sensazione di morire, anche con sudore freddo e palpitazioni dopo aver sentito la casa ballare violentemente sotto i vostri piedi e, nei casi peggiori, dopo aver visto abitazioni crollare, avete vissuto un’esperienza traumatica molto forte che lascia strascichi e che va affrontata – avverte l’esperta – altrimenti il trauma può strutturare uno stato ansioso permanente”.
“In queste situazioni non ci si deve isolare, ma è bene scambiare ciò che si è vissuto. E’necessario non disperdere energie nell’idea di affrontare da soli e dimenticare, le nostre risorse debbono essere risparmiate e protette per affrontare le mille difficoltà che la vita ci riserba”. Secondo la psicoterapeuta, “la cosa migliore sarebbe riuscire ad intervenire prima che il trauma venga interiorizzato. Ci sono varie tecniche, ma già da subito ognuno può mettere in atto la strategia dell’agire: cercare di riprendere la routine facendo cose anche banali, purché siano consuete può essere utile ad affrontare la situazione e combattere il senso di impotenza che questa situazione inevitabilmente ci porta a provare”.
Ecco cosa fare: i consigli dell’esperta:
1) E’ necessario imparare a respirare in maniera diaframmatica e profonda in modo da riuscire ad abbassare i livelli di adrenalina che il nostro cervello produce automaticamente in caso percepisca un pericolo.
2) Dovremmo, inoltre, evitare di esporci costantemente alle immagini che ci vengono proposte dalla televisione. Conoscere i fatti è necessario, ma la spasmodica ricerca di informazioni nella speranza di riuscire a ridurre l’ansia ci farà ottenere, inevitabilmente, l’effetto opposto e quindi la sensazione di minaccia sarà sempre più presente.
3) Se si hanno difficoltà nell’addormentarsi o avere frequenti risvegli, in questo caso una tecnica utile potrebbe essere quella di concentrarsi su un episodio bello della nostra vita e contare all’indietro da cento a zero. Dobbiamo assolutamente cercare di fermare il pensiero allarmante che ci farà sentire sempre più minacciati.
4) Se poi avete figli, trasmettete loro tranquillità con l’esempio, mantenendo la calma e cercando di portare anche loro a riprendere le attività normali (andare a scuola, vedere gli amici, fare sport, ecc…). Non nascondetegli le informazioni perché ne verrebbero comunque a conoscenza. Cercate piuttosto di spiegare loro che la televisione riporta casi eccezionali è quello che hanno visto non fa parte della normalità, proteggeteli dalla visione di immagini eccessivamente forti e ripetute”. Per i più piccoli si può ricorrere anche alle favole. Inventate racconti che contemplino la terra che trema, che contemplino un lieto fine, cercando però sempre di trasmettere calma e gioco.