“Pulcinella senza maschera” o “comico dei sentimenti”, nella sua vita è stato chiamato in tanti modi, e nessuno di questi basta a catturare le mille sfaccettature della sua anima, prima ancora del suo talento. Di sicuro il suo grande cuore ha smesso di battere troppo presto; Massimo Troisi, ultimo dei sei figli di un ferroviere, nacque a San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, il 19 febbraio del 1953. Era un bambino quando fu colpito da febbre reumatica, sviluppando una grave degenerazione della valvola mitrale che condizionò la sua intera esistenza, fino al punto di essergli fatale. Fu affiancato da numerosi artisti nel corso della sua carriera, in veste di colleghi e amici, e lui dedicò a ogni progetto tutto se stesso, tanto da mettere a repentaglio la sua stessa salute. Quando si stavano avvicinando le riprese de “Il Postino”, nel 1993, subì un delicato intervento al cuore negli Stati Uniti, che però non gli procurò i miglioramenti sperati; i medici gli consigliarono di sottoporsi quanto prima a un trapianto ma lui, che non voleva rinunciare a quella pellicola, decise di posticipare l’operazione. Le sue condizioni si aggravarono giorno dopo giorno e nonostante tutto, con grande coraggio, riuscì ad arrivare fino alla fine delle riprese. Morì nel sonno poche ore dopo, colpito da un attacco cardiaco, il 4 giugno 1994, all’età di 41 anni, nella casa della sorella Annamaria a Roma. Ma la luce del suo mito non è mai tramontata, continua a vivere in chiunque si riveda in lui, e nella nostra memoria come simbolo di una Napoli, gioiosa e malinconica, come il suo sguardo.
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