Pamela Malvina Noutcho Sawa, infermiera al pronto soccorso dell’Ospedale Maggiore di Bologna e campionessa nel 2021 dei campionati assoluti di boxe per i 64 chili, ormai pronta al grande salto fra i professionisti dopo anni di vittorie fra i dilettanti, è ancora senza cittadinanza italiana, nonostante sia praticamente cresciuta nel nostro Paese. Arrivata dal Camerun nel 2000 insieme al resto della famiglia per ricongiungersi col padre, ai tempi studente a Perugia, Pamela ha vissuto prima in Umbria per una decina d’anni e poi si è trasferita nel capoluogo emiliano per frequentare l’università, incrociando la boxe quasi per caso nel 2015, durante un tirocinio svolto all’interno di una struttura dedicata a persona adulte in condizioni di marginalità sociale. “Fra le attività proposte c’era anche il pugilato -racconta-. Ho provato, mi è piaciuto e così, step dopo step, sono arrivati ai campionati italiani. La burocrazia per ottenere la cittadinanza, che per me fin da piccola è sempre stato solo un pezzo di carta, è molto lunga e tortuosa -continua Pamela-. Spero si possa snellire almeno per chi vive in Italia da tanti anni, lavora e paga le tasse qui. Io mi sento italiana al cento per cento, ma per adesso tante porte per me sono restano chiuse”.
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