Roma, 8 giu. (askanews) – Chi è Mariella Enoc, la donna che Papa Francesco ha di recente confermato alla presidenza dell Ospedale pediatrico Bambino Gesù? Lo stesso Bergoglio l’ha definita "una leonessa", e anche la stampa – nazionale e internazionale – ne parla spesso come di una "lady di ferro", una "donna tenace". Queste formule, però, ci restituiscono solo una parte della caratura umana e professionale di una delle più importanti manager italiane in campo sanitario. Il dialogo con il padre gesuita Francesco Occhetta, nel libro "Il Dono e il Discernimento", edito da Rizzoli e già in libreria dal primo giugno ci permette invece di ripercorrere non solo la sua parabola lavorativa, ma di scoprire i nodi più significativi di un esistenza indubbiamente ricca. Le gioie e le ferite; le speranze e le paure; le convinzioni incrollabili e i dubbi irrisolti. Le battaglie vinte e quelle perse, ma comunque combattute sempre fino in fondo. Come nel tragico caso dei tentativi per non far rimuovere la ventilazione assistita al piccolo Alfie Evans. A emergere, tra aneddoti e immagini memorabili, è il profilo di una manager che è stata capace di non conformarsi alla cultura dominante del far solo quadrare i conti, offrendo al lettore la possibilità di interrogarsi su temi che toccano l esperienza umana e la vita sociale. Askanews ne ha parlato proprio con Padre Francesco Occhetta, partendo dal titolo del volume e dai due concetti, centrali anche nel magistero di Papa Francesco: il "dono" e il "discernimento":
"Con la parola dono abbiamo desiderato dire che è importante nella vita restituire quello che uno riceve e per Papa Francesco, e per chi crede, questo è fondamentale. Con la parola discernimento invece abbiamo voluto parlare di quest’arte che tra le voci del male e del bene che abitano nel nostro cuore, che ci fa scegliere come operare nella vita e come calcolare le conseguenze morali. La Presidente Enoc ha voluto questo libro proprio perchè lei si rispecchia in queste due parole".
Che profilo di leadership (anche da donna e da credente) testimonia la Presidente Enoc?
"La leadership che esce dal volume è capovolta rispetto all’immaginario di un leader forte, potente, a volte prepotente, che domina sulla vita degli altri. Mariella Enoc ha vissuto 50 anni nella sanità privata, anticipando di dieci anni i modelli che poi si sono realizzati, ma servendo senza protagonismo. Di fatto non è conosciutissima ma i suoi modelli lo sono, in questo senso la conosce tutto il mondo dell’impresa. Abbiamo voluto mostrare quello che lei ha creato, affinchè possa rimanere nei semi della cultura e far germogliare vite e processi".
La pandemia ci ha richiamato sulle esperienze, personali e collettive, della malattia, della sofferenza e della morte. Cosa ci racconta il percorso di Mariella Enoc?
"Nel volume trattiamo il tema della malattia e della sofferenza, di bambini, di anziani, di chi li cura, delle loro famiglie. La Presidente Enoc su questo ci insegna tre cose: innanzitutto stare e non fuggire davanti al dolore e alla malattia, poi a livello sociale rilanciare la resurrezione sociale, cioè quella vita che l’amore di Dio dà in più ma che porta in sè il dolore e anche la morte. Lei ha toccato con mano, gestendo anche al Bambin Gesù, tutto quello che è stata questa pandemia. La terza cosa che lei ci insegna è che la malattia e la morte non hanno l’ultima parola nella nostra vita, c’è qualcosa di più e lei lo dice e lo testimonia anche con la sua fede".
Nel libro molte parole chiave si susseguono, tra cui "passione", "creatività", "inquietudine". E "generatività":
"Per la Presidente Enoc la passione è un fuoco, l’inquietudine è diciamo acqua fresca surgiva, e la creatività è come un fulmine, perchè lei ha questa intuizione. La generatività invece per lei è la capacità di creare, di immaginare prima i modelli, e poi di scolpirli come fa il Creatore con la Creazione, la tipica vocazione dei manager. Poi è il gestire questi modelli, farli crescere e poi cederli, perchè è creativo non chi possiede ma chi consegna le sue creazioni alla vità, alla società, alla politica. E lei questo ce lo ha insegnato in tante occasioni".
Un ultima domanda. Lei è originario di Novara come la Presidente Enoc. Un territorio terreno di incontro tra modelli di spiritualità e di azione:
"Novara si colloca tra Milano e Torino, e da Torino abbiamo preso la laboriosità e l’attenzione dell’impegno nel sociale, e tutto quello che facciamo è costruire bene comune pensando alla solidarietà e all’uguaglianza, che sono due valori costituzionali importanti. Da Milano prendiamo invece l’aspetto imprenditoriale, che la Presidente Enoc ovviamente ha ai massimi livelli, un aspetto dove si rischia ma dove, come ci insegna, il rischio non deve mai superare la ragionevolezza di ciò che si fa ma soprattutto deve includere la persona al centro delle proprie azioni e non il profitto. Quanto costa, rispetto alla vita delle persone, non è la prima domanda che il manager si