Milano, 6 apr. (askanews) – Far decollare l’innovazione italiana attraendo qui manager stranieri in grado di fare da coach ai più giovani. Per farlo serve sviluppare scuole internazionali, semplificare la burocrazia e lavorare alla creazione di tech hub nei quali le aziende del digitale possano estrarre valore da esperienze comuni. A lanciare la sfida è Paolo Bergamo, amministratore delegato di OverIT, azienda tech made in Italy che aiuta le imprese a compiere la transizione digitale.
"In Italia ci sono un sacco di buone idee e giovani bravi e competenti. La cosa che non si è sviluppata è il dna di fare startup di natura high-tech. Per attrarre professionisti dalla Sillicon Valley, Regno Unito o Israele l’Italia può far leva sulle qualità conosciute nel mondo. Per poi correre da sola. Non esiste un altro paese al mondo che può attrarre talenti a rotazione. Se noi avessimo 20 aziende che portano 20 manager che fanno da coach a 20 dipendenti avremmo 8mila persone formate per fare una startup. 8mila persone con questa semplice formula matematica".
Per mettere questi manager nelle condizioni di lavorare serve quindi sviluppare dei tech hub, poli dell’innovazione in cui la parola chiave è contaminazione. "I tech hub sono dei centri in cui ci sono tante aziende che fanno prodotti diversi si trovano in una prossimità limitata e c’è uno scambio di idee incredibile. Anche uno scambio di educazione sui processi". Per cogliere le idee migliori da chi fa il design dei prodotti, scrive i codici informatici e mette a punto i modelli di business.