Reggio Emilia, 27 set. (askanews) – Olimpia Zagnoli è un’illustratrice nota a livello internazionale, ma visitando la mostra "Caleidoscopica", allestita nei Chiostri di San Pietro dalla Fondazione Palazzo Magnani di Reggio Emilia si può fare esperienza a tutto tondo del suo modo di essere semplicemente un’artista, capace di muoversi con la stessa brillantezza sia nei lavori su commissione sia nei grandi musei newyorkchesi.
E così le abbiamo chiesto di raccontarci che immagine di lei e del suo lavoro emerge dalla mostra reggiana. "Il ritratto che emerge dalla mostra Caleidoscopica – ha detto Olimpia Zagnoli ad askanews – spero sia un ritratto multiforme e multicolore, che è un po’ il modo in cui io mi approccio alla mia professione, nel senso che mi piace l’idea di confrontarmi tutti i giorni su delle cose differenti".
Forme sinuose, colori pieni, ma anche una capacità di "leggere" in anticipo le immagini che è indice di una consapevolezza artistica profonda, come ci ha spiegato anche la curatrice della mostra, Melania Gazzotti. "Olimpia riesce a utilizzare con questa maestria la semplicità, la riduzione, la sintesi – ci ha detto – perché conosce profondamente la storia del design, della grafica, dell’illustrazione italiana ed è in grado di rielaborarla attraverso uno stile totalmente personale e unico".
"Caleidoscopica" è un viaggio costruito per stanze tematiche, che dà spazio a suggestioni su più livelli, che unisce illustrazioni, sculture, oggetti di design, tessuti, fino ad arrivare ai taccuini che sono all’origine di tutto quello che poi si vede alle pareti. "Noi conosciamo alcune illustrazioni che vediamo, alcuni suoi lavori nella moda e nel design – ha aggiunto Melania Gazzotti, una delle maggiori esperte di illustrazione in Italia – ma in questo caso abbiamo voluto creare un percorso immersivo per il pubblico che permettesse di vederli tutti insieme e di capire il legame non solo di temi, di forme e di colori, ma anche i legami più sottili che ci sono tra i suoi lavori".
E uno degli aspetti più interessanti è vedere come la tridimensionalità trova il suo spazio nella mostra con grande semplicità, come conseguenza naturale delle opere di Olimpia. "La cosa che mi incuriosisce – ha concluso l’artista – è proprio questa idea del disegno che parte nella bidimensionalità, creata fondamentalmente dalla matita sul foglio, e l’idea che la vita di questo disegno poi si possa ampliare e si possa quasi staccare dal foglio e prendere un’esistenza propria nello spazio, e anche essere modificata dallo stesso spazio è una cosa che per me è molto importante da esplorare".
Così come è importante lasciarsi liberi di vagare nel mondo illustrato di Olimpia Zagnoli, con quella sensazione di leggerezza che le sue opere fanno scaturire, anche quando trattano temi molto seri, come per esempio i diritti delle donne o l’erotismo. E dalla leggerezza, spesso, nasce poi anche una sensazione di felicità (che è probabilmente una delle cose migliori che ci possiamo augurare quando visitiamo una mostra).
(Leonardo Merlini)
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