Quando il si è presentato, Angela D’Ottavi 101 anni compiuti non ha avuto paura. Lo ha affrontato con la consapevolezza di chi ne ha viste tante. Lo ha sconfitto tra le mura di casa sua dove, durante l’isolamento, ha fatto una scoperta che ora la aiuterà a fare del bene a tante persone. Sì perché con quei soldi nonna Angela, nubile e senza figlia, ha deciso che regalerà il sorriso a chi è stato meno fortunato di lei. La notizia è uscita oggi, 30 marzo, dalle colonne del Mattino di Napoli che racconta per filo e per segno quanto successo. Durante l’isolamento fiduciario Angela, assistita dalla sua badante, ha rinvenuto,sembra in un cassetto all’interno del suo armadio, un buono postale fruttifero emesso in data 24.10.1986 per il valore nominale di 50 milioni di lire fattole dal padre con la propria liquidazione. Un gruzzoletto che aveva voluto lasciare in eredità alla figlia. Da lì è partito l’iter per la riscossione della somma ma non tutto era andato liscio. Continua dopo la foto Poste ne infatti aveva effettuato un calcolo “al ribasso” ammontante a poco più di 200mila euro. In realtà a un più attento esame della giurisprudenza di merito e delle recenti decisioni dell’Arbitrato Bancario Finanziario, è emerso che l’importo dovuto era praticamente più del doppio visto che gli interessi da applicare sono quelli stampati sul retro del buono e non quelli (notevolmente inferiori) che si sono succeduti nel corso degli anni (peraltro sempre più bassi a causa dell’inflazione). Continua dopo la foto L’anziana donna, quindi, tramite l’Associazione Giustitalia che si occupa della riscossione di buoni postali e titoli di Stato in odor di prescrizione, ha deciso di agire legalmente per la riscossione della maggior somma di 482mila euro. Una storia che ricorda da vicino quello della sua quasi coetanea (98 anni) a Roma che, in un macchina da scrivere aveva trovato un buono di valore identico. Anche il quell’occasione era intervenuto Luigi De Rossi, presidente di Giustitalia. Continua dopo la foto “Le Poste per quel buono fruttifero da 50 milioni di lire hanno previsto la restituzione di oltre 200 mila euro – spiegava De Rossi al Corriere della sera – ma si tratta di un calcolo sbagliato per difetto, in quanto sono stati applicati i tassi d’interesse che si sono succeduti negli anni e non quelli scritti sul retro. Per questo siamo intervenuti noi, dopo aver calcolato la cifra esatta, pari a quasi il doppio, 475 mila euro, con un ricorso per decreto ingiuntivo al giudice di pace”. Ti potrebbe interessare: Pubblicato il 30-03-2021 alle ore 10:22.Ultima modifica il 30-03-2021 alle ore 10:22/