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Non può camminare, ma gira il mondo come uno “zaino umano” grazie ai suoi amici

Viaggiare come chiunque altro per lui sembrava un sogno irrealizzabile; Kevan ha 35 anni e non ha mai camminato in tutta la sua vita, ma grazie ai suoi amici ha potuto girare il mondo, facendosi portare sulle spalle come uno “zaino umano”. L’unione di questi ragazzi è riuscita a ridefinire l’impossibile.Kevan Chandler è nato con una patologia rara, ma non è l’unico nella sua famiglia, anche sua sorella maggiore, Connie, è affetta da atrofia muscolare spinale, una malattia che causa la morte progressiva dei motoneuroni, le cellule responsabili del movimento.Da bambino gli avevano detto di non sognare in grande e che c’erano barriere che di sicuro non sarebbe mai stato in grado di superare; non avrebbe potuto scalare le montagne o vivere avventure come Indiana Jones.Kevan ci aveva creduto, finché un giorno a lui e ai suoi amici è venuta un’idea: “Farsi portare in spalla sembrava un’idea semplice, eppure non esisteva uno zaino simile a quello che ci serviva”. Così hanno contattato un’azienda che produce attrezzature da trekking, per chiedere loro di fabbricare uno zaino calibrato per il peso di un adulto con esigenze speciali, e nel giro di pochi mesi quel progetto coraggioso è diventato realtà.Nel 2016 con i suoi amici Tom, Philip, Benjamin e Danny ha trascorso 3 settimane in Europa, visitando luoghi impervi che mai avrebbe sperato di vedere con i suoi occhi; ma la loro grande avventura in realtà era appena iniziata, perché due anni dopo si è presentata l’opportunità di affrontare una sfida ancora più grande: un viaggio in Cina, con tappa in 3 diverse città e due orfanotrofi, fino a provare il brivido di percorrere l’inespugnabile Grande Muraglia Cinese.Per un tale impegno fisico gli amici di Kevan si sono alternati, come in una staffetta, dove ogni sacrificio era sostenuto dalla forza della loro amicizia.I ragazzi hanno avuto l’occasione di incontrare tanti bambini con disabilità, portando nelle loro vite un raggio di speranza.L’esperienza vissuta ha dato loro l’ispirazione per creare una Onlus chiamata “We Carry Kevan”, tramite la quale hanno già distribuito circa 400 zaini come quello di Kevan in oltre 20 Paesi.Quel viaggio ha cambiato per sempre la vita di questo giovane americano, che in Asia ha trovato anche l’amore e di recente ha sposato Katie, una volontaria che lavorava in Cina per un’organizzazione no profit.La sua missione adesso è questa: riscrivere il concetto di accessibilità, come il risultato di uno sforzo cooperativo, dove ognuno è coinvolto e può fare la differenza.Perché quando si è insieme allora niente è davvero impossibile.

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