MILANO (ITALPRESS) – Settant’anni di storia d’impresa raccontati con la forza evocativa di oltre cento scatti in bianco e nero e immagini a colori. E’ una continua trasformazione quella illustrata nelle pagine del libro fotografico “Noi Eni”, il volume prodotto dalla compagnia del Cane a sei zampe, nato per condividere i valori fondanti dell’azienda. Le foto, tratte dall’archivio storico di Eni che conta 500mila immagini, accompagnano il lettore in un lungo viaggio che, partendo dalla fondazione giunge ai giorni nostri e proietta la società verso traguardi futuri.
Un percorso tracciato da tre verbi, “immaginare” “condividere” e “trasformare”, poi declinati in una pluralità di valori che configurano altrettanti paradigmi di comportamento per gli uomini e le donne di Eni.
«Immaginare significa avere visione e guardare lontano – ha spiegato la presidente di Eni Lucia Calvosa, durante la presentazione del volume nella sede della Fondazione Eni a Milano – come diceva Enrico Mattei “l’ingegno è vedere possibilità dove altri non ne vedono”. Condividere, invece, vuol dire stringere alleanze oltre l’opportunità commerciale e il profitto; la formula Mattei, infatti, si basa sul convincimento che non esistono terre di conquista ma spazi in cui i partner possono crescere insieme. Le alleanze con gli stakeholder costituiscono uno dei pilastri del piano industriale 2022-2025 e perno cruciale della nostra strategia proiettata verso una transizione equa e inclusiva che va compiuta senza indugio, sia pure contestualmente, ora, all’emergente esigenza di costruire una sicurezza energetica. Infine trasformare, non solo le materie prime, ma anche se stessi. E se il punto di partenza è diverso, consideriamo il petrolio, il gas o le fonti rinnovabili, il prodotto finale è uno, ossia l’energia. E la trasformazione sarà radicale per arrivare a produrre energia decarbonizzata».
“Noi Eni” non è solo un libro fotografico, ma una preziosa testimonianza dell’evoluzione della storia energetica italiana raccontata in oltre 300 pagine attraverso la raccolta di foto d’archivio e contemporanee.
«Nel tempo, Eni ha conservato una grande quantità di materiale, per cui oggi abbiamo un archivio la cui documentazione, disposta linearmente, potrebbe coprire oltre 5 Km – ha commentato Lucia Nardi, archivista e responsabile Cultura d’Impresa di Eni – più di 500mila immagini, 4mila registrazioni audiovisive, disegni tecnici e oggetti di marketing. L’archivio storico dell’Eni per la sua importanza e ricchezza è notificato come bene di interesse storico-culturale nazionale».
Dalle prime stazioni di rifornimento passando ai momenti di quotidianità sulle piattaforme petrolifere, fino agli scatti che ritraggono operai, ricercatori e tecnici impegnati sul campo: il volume si rivela un libro sulla cultura d’impresa in senso lato, un racconto fondato su parole chiave che identificano lo stile e il DNA di Eni, ossia collaborazione, passione per le sfide, innovazione, trasformazione e inclusività. Come sottolineato da Giulio Sapelli, consigliere di Amministrazione della Fondazione Eni Enrico Mattei, «da questo libro emerge un grande rispetto per le persone, per la diversità e per tutte le popolazioni».
(ITALPRESS).
Un percorso tracciato da tre verbi, “immaginare” “condividere” e “trasformare”, poi declinati in una pluralità di valori che configurano altrettanti paradigmi di comportamento per gli uomini e le donne di Eni.
«Immaginare significa avere visione e guardare lontano – ha spiegato la presidente di Eni Lucia Calvosa, durante la presentazione del volume nella sede della Fondazione Eni a Milano – come diceva Enrico Mattei “l’ingegno è vedere possibilità dove altri non ne vedono”. Condividere, invece, vuol dire stringere alleanze oltre l’opportunità commerciale e il profitto; la formula Mattei, infatti, si basa sul convincimento che non esistono terre di conquista ma spazi in cui i partner possono crescere insieme. Le alleanze con gli stakeholder costituiscono uno dei pilastri del piano industriale 2022-2025 e perno cruciale della nostra strategia proiettata verso una transizione equa e inclusiva che va compiuta senza indugio, sia pure contestualmente, ora, all’emergente esigenza di costruire una sicurezza energetica. Infine trasformare, non solo le materie prime, ma anche se stessi. E se il punto di partenza è diverso, consideriamo il petrolio, il gas o le fonti rinnovabili, il prodotto finale è uno, ossia l’energia. E la trasformazione sarà radicale per arrivare a produrre energia decarbonizzata».
“Noi Eni” non è solo un libro fotografico, ma una preziosa testimonianza dell’evoluzione della storia energetica italiana raccontata in oltre 300 pagine attraverso la raccolta di foto d’archivio e contemporanee.
«Nel tempo, Eni ha conservato una grande quantità di materiale, per cui oggi abbiamo un archivio la cui documentazione, disposta linearmente, potrebbe coprire oltre 5 Km – ha commentato Lucia Nardi, archivista e responsabile Cultura d’Impresa di Eni – più di 500mila immagini, 4mila registrazioni audiovisive, disegni tecnici e oggetti di marketing. L’archivio storico dell’Eni per la sua importanza e ricchezza è notificato come bene di interesse storico-culturale nazionale».
Dalle prime stazioni di rifornimento passando ai momenti di quotidianità sulle piattaforme petrolifere, fino agli scatti che ritraggono operai, ricercatori e tecnici impegnati sul campo: il volume si rivela un libro sulla cultura d’impresa in senso lato, un racconto fondato su parole chiave che identificano lo stile e il DNA di Eni, ossia collaborazione, passione per le sfide, innovazione, trasformazione e inclusività. Come sottolineato da Giulio Sapelli, consigliere di Amministrazione della Fondazione Eni Enrico Mattei, «da questo libro emerge un grande rispetto per le persone, per la diversità e per tutte le popolazioni».
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