Fango, fumo, esplosioni e urla: viaggio nella base al centro del programma di addestramento dei militari ucraini, in Gran Bretagna: «Prendiamo dei civili e li trasformiamo in soldati»
DAL NOSTRO INVIATO- Kent (Inghilterra) La retrovia della guerra ucraina è qui, nella campagna del Sud dell’Inghilterra, fra paesaggi punteggiati da pale eoliche e placide pecore al pascolo. Ma appena varcata la soglia di filo spinato della base militare del Kent (che deve restare segreta), si è investiti dall’odore acre della polvere da sparo, i fumogeni entrano negli occhi, le esplosioni rimbombano assordanti interrotte solo dal crepitio delle mitragliatrici.
E’ un campo di battaglia: le reclute dell’esercito ucraino strisciano nel fango, incalzate dalle urla degli istruttori britannici, «Muoviti, muoviti, cazzo! Vuoi morire qui?». Le ragazze che fanno da interpreti vanno su e giù, le orecchie al riparo delle cuffie insonorizzate, i giovani soldati ansimano stravolti, i volti stremati sotto i colori mimetici, stramazzano, si rialzano, corrono verso le linee nemiche. Sembra di stare sul set di Full Metal Jacket, solo che questo non è un film. «Prendiamo dei civili e li trasformiamo in soldati», spiegano gli ufficiali britannici: perché questo è il programma di addestramento dei militari ucraini che ha già visto passare 17 mila reclute nelle basi del Regno Unito e che entro l’anno prossimo punta a raggiungere quota 30 mila.
Sono tassisti, panettieri, autisti di autobus, ma anche medici e bancari, gente che non ha nessuna preparazione militare e che attraverso un durissimo corso di cinque settimane viene messa in condizione di affrontare l’invasore russo. L’età media è di 33 anni, ma ci sono anche ragazzi 18enni e canuti ultracinquantenni: gli inculcano i principi di base, ossia «sopravvivenza e letalità».
Qui, nella base del Kent, simulano l’avanzata lungo le ultime centinaia di metri prima delle linee nemiche, li preparano a fronteggiare suoni e visioni del campo di battaglia senza cedere al panico e allo stress. Poi c’è la pratica di guerriglia urbana, con le irruzioni dalle finestre di case diroccate e gli scontri a fuoco a distanza ravvicinata.
«Cosa mi ha spinto qui? — spiega Dmytro, passamontagna sul volto e mitra in braccio —. Innanzitutto proteggere la mia famiglia e i miei amici, allo stesso tempo che il mio Paese». Prima della guerra, in Ucraina, lui aveva un piccolo business, una tipografia che lavorava per le case editrici, e prima di venire qui già aiutava le forze armate di Kiev come volontario civile, perché suo fratello minore è pure un soldato e dunque voleva sostenerlo. «Non avevo nessuna precedente esperienza militare – ammette – tutto il mio training e la mia conoscenza l’ho appresa qui in queste settimane: ora ho fiducia che posso difendere me stesso e i miei fratelli in armi. E difendere… ( Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/esteri/full-metall-jacket-kent-base-segreta-dove-marine-creano-soldati-ucraini/423d6402-1358-11ee-994f-7a96a4226047
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