Nel centro che cura i ragazzi vittime dell’anoressia: «Ero bambina, vedevo solo ragazze…

di solobuonumore

Nel centro che cura i ragazzi vittime dell’anoressia: «Ero bambina, vedevo solo ragazze…

La testimonianza di una ragazzina adolescente del centro Orti di Ada, in provincia di Pisa, che cura i giovani soggetti a disturbi alimentari. «Abbiamo in cura pazienti tra gli 8 e i 18 anni, ma l’età d’esordio si abbassa sempre di più, mentre aumenta la frequenza tra i giovani».

«Ero ancora alle scuole elementari quando ho cominciato a vomitare dopo aver mangiato. Vedevo la televisione e vedevo ragazze perfette, aprivo un fumetto e vedevo ragazze perfette, guardavo i social e vedevo ragazze perfette, alte, magre, capelli lunghi, viso tonico. E io? Io no, mi guardavo allo specchio e non mi piacevo, trovavo sempre qualcosa da aggiustare, qualcosa da cambiare. E così ho cominciato a rimettere quello che mangiavo, finché questa non è diventata un’ossessione e sono finita in ospedale, dove ho subìto due trasfusioni di sangue con il corpo era diventato un cencio».
Lei oggi ha 15 anni, il suo nome non lo scriviamo perché così ci ha chiesto. Però ha avuto il coraggio di raccontarsi, di raccontare la sua bulimia. Ne ha avuto tanto, di coraggio. L’ha fatto nella speranza che altre coetanee possano prevenire questo disturbo. Perché si sta male, dice lei, molto male. Come lei ce ne sono tantissime, non solo bulimiche ma anche anoressiche. Tre milioni soltanto in Italia, il 95 per cento delle quali donne, nella maggior parte dei casi adolescenti. Dentro di loro scatta qualcosa, il loro corpo (nelle loro menti) assume sembianze inadeguate, sembianze distorte. E gli specchi diventano oggetti da evitare, vetri che non luccicano ma inquietano, impauriscono. E così il cibo: non piacere ma incubo, grandi abbuffate e poi la corsa verso il bagno. Oppure niente, niente cibo a colazione, a pranzo, a cena. E il corpo si sgonfia, i muscoli si atrofizzano, i lineamenti irriconoscibili, l’anima in subbuglio
Pe r fortuna che esistono centri dove queste persone si possono curare. Come Gli Orti di Ada, a Calambrone, in provincia di Pisa. A due passi dal mare, questa struttura può accogliere fino a dodici pazienti, che possono restare qui per molti mesi, seguiti da un team di professionisti composto da neuropsichiatri infantili, pediatri, nutrizionisti, psicoterapeuti, infermieri, terapisti e oss. La mattina possono seguire la scuola con la didattica a distanza, il pomeriggio seguono le cure riabilitative. E’ una grande comunità, arrivano pazienti da tutta Italia. Le ragazze vivono qui lontano dai genitori, in modalità residenziale. Ognuna ha la sua stanza, il suo letto, il suo armadio. Questa diventa casa, per loro. I padri e le madri vengono qui una volta a settimana per stare con la propria figlia, la cui mancanza diventa estenuante. Come racconta Jessica, madre di una paziente: «Il prossimo 5 marzo sarà un anno che mia figlia è qui in struttura, e per un anno siamo stati senza di lei in casa, è terribile guardare la sua stanza e trovarla vuota. Il suo… ( Jacopo Storni / Corriere Tv ). Guarda il video su Corriere: https://video.corriere.it/cronaca/ero-bambina-vedevo-solo-ragazze-perfette-ero-ossessionata-cosi-smisi-mangiare/da3462a8-6133-11eb-89c6-2343df471572

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