Per la prima volta dopo 25 anni apre al pubblico il bunker di San Giuseppe Jato, in provincia di Palermo, in cui la mafia tenne prigioniero per due anni il piccolo Giuseppe Di Matteo, ucciso e sciolto nell’acido l’11 gennaio 1996.
Giuseppe Di Matteo era figlio di un ex mafioso che, in quel periodo, aveva iniziato a collaborare con la giustizia. Fu il primo pentito di mafia a svelare i segreti della strage di Capaci.
L’allora latitante Giovanni Brusca ordinò il rapimento del piccolo Giuseppe per convincere il padre, Santo Di Matteo, a ritrattare e concludere la collaborazione con i magistrati della Procura di Palermo.
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