Nel 2021 consumi non food +12%. Incognita inflazione su 2022

di solobuonumore

Nel 2021 consumi non food +12%. Incognita inflazione su 2022

Milano, 27 set. (askanews) – La buona notizia è che nel 2021 i consumi del non alimentare sono tornati al di sopra dei livelli pre-Covid. La notizia meno buona è il rischio concreto, con l’inflazione galoppante e i rincari energetici di questi mesi, che siano i primi a essere tagliati. Nel mezzo però c’è una serie di cambiamenti, nei comportamenti di acquisto quanto nei canali di distribuzione, che l’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, nella sua ultima edizione mette a fuoco partendo proprio dai risultati dei 13 comparti merceologici analizzati.

"Abbiamo superato i livelli pre-crisi – ci ha detto Marco Cuppini, research and communication director GS1 Italy – con un incremento del 12%, tutti i comparti sono stati positivi e sono ad un livello superiore al 2020 in particolar modo chi è cresciuto di più? I farmaci da banco sono cresciuti di più, la profumeria e il cosiddetto edutainment e anche il comparto più grande cioè l’elettronica di consumo è cresciuta di oltre il 10%".

La ventesima edizione dell’Osservatorio Non Food di GS1 Italy, col suo focus su e-commerce e uso dei social, ci restituisce una foto dei comportamenti d’acquisto degli italiani che ha nell’online un pilastro fondamentale, col 30% dei loro che dice di aver adottato nuove abitudini, in particolare ricorrendo agli acquisti via web.

"L’online – ha spiegato – è diventato in qualche modo il benchmark col fisico da tutti i punti di vista, dal punto di vista della disponibilità di prodotto, degli assortimenti che sono i cosiddetti assortimenti infiniti, almeno potenzialmente infiniti, della comodità di acquisto, del livello di prezzi insomma il benchmark avviene tra fisico e digitale in maniera quotidiana".

Il digitale è dunque sempre più presente in tutto il percorso di acquisto, con un peso crescente dei social network

"Il mondo social è diventato un elemento imprescindibile – ha sottolineato – io cito un dato che mi ha molto colpito da questa ricerca, che oggi le vendite on-line vengono fatte da oltre il 51% dei retailer, se pensiamo che nel 2019 questo dato era poco sopra il 14%…quindi una presenza in fortissima crescita perché tutte le aziende hanno capito che da lì si passa".

Di certo però non si può trascurare l’esperienza di acquisto fisica, perchè nei fatti resta la preferita dagli italiani nella maggior parte dei mercati Non Food, soprattutto quando per l’acquisto serve la consulenza o il supporto di un addetto. Ecco perchè lavorare a una integrazione di fisico e digitale diventa strategico per il futuro del settore non alimentare, che anche nel 2021 conferma le già note difficoltà della rete sua distributiva nazionale, come dimostra il caso esemplare degli ipermercati, sempre poco rilevanti nel mondo Non Food: "L’ipermercato è da tempo considerato un malato – ha osservato – un format con grandi problemi in particolar modo sul fronte non food. Il ripensamento del non Food negli ipermercati è un tema che dovrà essere risolto".

Questa revisione della rete delle grandi superfici alimentari è una delle quattro direttrici che l’Osservatorio Non Food ha individuato per definire i prossimi modelli di sviluppo del comparto. Accanto ad essa c’è il tema dell’Omnicanalità coi consumatori sempre più digitali nel processo di acquisto, l’e-commerce e le polarità commerciali col centro urbano che può diventare per grandi superfici specializzate e catene Non Food un’occasione per creare valore e smarcarsi dall’e-commerce. Ma l’attuale congiuntura economica quanto inciderà sui consumi del non food? Le tre R, rinvio, rinuncio, riduco, rimescoleranno le carte ancora una volta?

"Nel prossimo futuro – ha concluso – andremo a constatare quanto il consumatore italiano è stato costretto a rinunciare a degli acquisti, a rimandarli. Probabilmente sul fronte del non Food qualcosa succederà".

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