Si è tenuta a Napoli l’assemblea del Comitato Anticamorra, promossa da associazioni, politici, cooperative impegnate nei beni confiscati, ma anche amministratori e imprenditori. All’incontro è intervenuto anche l’Arcivescovo di Napoli Don Mimmo Battaglia, che si è soffermato su un messaggio ai giovani e sul coraggio di metterci la faccia. " Dobbiamo recuperare in credibilità – ha detto Battaglia – la prima camorra è nell’indifferenza, nella superficialità e nel puntare il dito senza fare nulla".
La proposta del comitato è estendere il decreto Caivano a tutti i Comuni che hanno dei quartieri popolari costruiti con la legge 219, quella della ricostruzione post terremoto del 1980. " In quei ghetti i tassi criminali sono identici, quindi invece di fare un decreto su un solo pezzo del territorio, andrebbe esteso a tutti, la nostra è una proposta di legge" ha spiegato Sandro Ruotolo tra i promotori del comitato. " Ai signori del legge e ordine vorrei dire, quando hai nonne di 30 anni e mamme e papà di 15 anni, cosa fai? Gli dai due anni di reclusione perché non mandano i bambini a scuola? No, noi diciamo mandiamogli gli assistenti sociali, noi ne chiediamo 1000 per l’area metropolitana di Napoli".
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