Milano, 1 mar. (askanews) – Le proteste in Myanmar contro il colpo di Stato diventano sempre più violente. Dagli idranti e proiettili di gomma si è passati ai proiettili veri. Nelle ultime 24 ore almeno 18 dimostranti sono morti colpiti dal fuoco della polizia che ha sparato sui manifestanti per disperderli a Yangon, Dawei e Mandalay. Una violenza che non ha fermato le proteste, ripartite di nuovo in diverse città del Paese.
Nel frattempo Aung San Suu Kyi, agli arresti domiciliari dal giorno del colpo di stato militare nel Paese, l’1 febbraio scorso, è apparsa questa mattina in tribunale in videoconferenza, mostrandosi "in buona salute". È stata incriminata per due nuovi reati: per avere violato una legge sulle telecomunicazioni e per "istigazione a disordini pubblici".
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