I giallorossi passano 2-1 a Empoli con i gol di Dybala e Abraham. Ecco come mister Mourinho ha commentato il successo sul campo dell’Empoli.
Che peso dà a questo successo?
“Abbiamo perso l’ultima di campionato. E se vogliamo essere più drammatici, abbiamo perso le ultime due partite, e perdere una terza sarebbe stato emozionalmente e matematicamente difficile, perché erano tre punti di cui avevi bisogno in campionato.
Una buona squadra, una squadra che gioca bene, che già giocava bene e che adesso gioca bene e ha altri protagonisti di qualità. Partita difficile, dove tu non puoi regalare tanto come noi abbiamo fatto, sia difensivamente nel primo tempo, sia nelle opportunità di gol che abbiamo creato.
Dopo il 2-1 non abbiamo avuto solo il rigore, ma anche altre palle per chiudere la partita, e dopo la gara non finiva più: i 7 minuti di extra time per una squadra che sta vincendo 2-1 sembrano un’eternità. Ma dopo due sconfitte, era importante per noi vincere. Adesso pensiamo a giovedì”.
È cambiato qualcosa nel modo di giocare del pacchetto offensivo della Roma?
“È cambiato per ‘colpa’ di Paulo. È un giocatore di un livello incredibile. E giocando con Paulo, ovviamente fa sì che la posizione di Lorenzo (Pellegrini, ndr) cambi un po’, e senza Zaniolo ancora di più, perché senza Zaniolo ci manca un po’ di profondità: è un calciatore che gioca più profondo, è un calciatore che rischia di più nei duelli individuali, che vuole palla nello spazio, che attacca lo spazio, che è più poderoso degli avversari. Lorenzo può giocare in zone diverse. Quando ce ne manca uno, siamo già in difficoltà. E dopo, nell’ultima partita, è mancato anche Tammy.
È difficile creare delle grandi dinamiche collettive, è più difficile. Però, dico sempre che Tammy ha un potenziale per fare di più: quello che noi vediamo è buono, è un giocatore importante per noi, ma può dare di più.
Secondo me, un attaccante che ha ampiezza con i quinti – in questo caso, Celik e Spinazzola – e che ha dentro al campo un giocatore come Paulo, deve ringraziare di trovarsi in questa situazione. È l’occasione per crescere tutti e due insieme. Però, quando Paulo ha palla, e Tammy cerca lo spazio, in occasione del secondo gol, certamente lo fa perché sa che Paulo lo può fare”.
Mi sembra che tu dia costruendo una mentalità diversa all’interno della squadra: è questa la sfida, la mentalità?
“Io penso che, quanto a mentalità, siamo cresciuti l’anno scorso, nel modo con cui abbiamo vinto la Conference, che è la Conference e non la Champions, ma a livello di crescita del gruppo, delle emozioni, delle difficoltà, l’anno scorso è stato importante.
Quest’anno, che l’aspettativa è subito altissima perché abbiamo preso questo giocatore fenomenale che in condizioni normali non giocherebbe nella Roma, perché economicamente non abbiamo questo potenziale di super club, però continuiamo a crescere e dobbiamo anche crescere dal punto di vista tecnico e tattico.
E dobbiamo crescere anche perché qualche giocatore deve capire che, per migliorare, una squadra ha bisogno di competitività interna, e c’è qualche calciatore che, invece di accettare questa sfida interna di cui hai bisogno nelle grandi squadre, deve saper vivere con questo tipo di competitività e alzare il suo livello, invece di sembrare di sentirsi un po’ giù in funzione di questo tipo di situazioni.
Una squadra grande ha bisogno di questo. E noi siamo ora in in Europa League, che è a un livello superiore alla Conference dell’anno scorso, e questa cosa di giocare il giovedì e la domenica è dura, mentre il giovedì e il lunedì è un po’ più facile, ma poi diventa più difficile: è una gestione davvero complicata. E con una rosa come la nostra, quando tu hai tre, quattro, cinque infortunati, sei già in difficoltà.
Proprio per parlare di questa mentalità – mi piace dirlo – quello che Zaniolo ha fatto per stare qui è ‘da noi’: in condizioni normali non sarebbe stato qui, ha lavorato come un ‘animale’, in senso positivo, e ha lavorato in modo incredibile per venire qui, si è messo a disposizione, ha rischiato. Era pronto per entrare quando il risultato era sull’1-1 e questo è un esempio di quello di cui abbiamo bisogno qua.
E per giovedì dico ai tifosi che abbiamo bisogno di voi. Mi sembra che giocheremo con la maglia nera, una cosa che non mi piace tanto, ma i tifosi devono comprare questa maglia”.
Hai detto che Abraham ha ancora margini di crescita.
“Deve imparare a convivere con Belotti. Tutti e due devono imparare. Oggi, per esempio, abbiamo avuto un attaccante per 97 minuti: 75 da uno e 22 da un altro. Questo tipo di sfida è quello di cui noi abbiamo bisogno, in tutte le posizioni”.
E il Dybala di stasera ha ancora un margine?
“Io penso che la squadra cresca con lui e lui con la squadra. Chiedere di più a Paulo dal punto di vista individuale, no. Dobbiamo lavorare, dobbiamo giocare insieme e giocando insieme si creano delle dinamiche che ti fanno giocare a occhi chiusi. Il secondo tempo è un esempio fantastico di ‘io ti capisco e tu mi capisci’, ‘io voglio la palla lì e tu mi metti la palla lì’. Con Paulo è facile”.
Quando si vedrà in campo la Roma che tu sogni? Quanto ci vorrà?
“Dipende anche dagli altri, dipende da quello che fanno gli altri. Quando noi miglioriamo la nostra squadra, però vedo come lavorano gli altri per migliorare la loro squadra, diventa sempre complicato: il tuo successo dipende sempre dagli altri.
Dico sempre che dobbiamo pensare partita dopo partita, non sappiamo mai quello che succede domani. Se oggi si infortuna un difensore, non possiamo giocare a tre. Abbiamo questo tipo di problemi, per questo è difficile pensare, a livello progettuale, a dove vogliamo arrivare. Andiamo avanti a poco a poco. Adesso c’è la partita di giovedì, con la maglia nera. Dobbiamo vincere per forza”.
(Foto LaPresse)
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