Sesta vittoria consecutiva della Roma da inizio stagione, tra UEFA Europa Conference League e campionato. I giallorossi travolgono 5-1 il CSKA Sofia nella prima giornata della fase a gironi.
Così José Mourinho ha commentato la goleada dei suoi uomini allo Stadio Olimpico.
Dentro questa partita ci sono tante belle notizie: sette titolari nuovi rispetto al Sassuolo e subito una risposta importante. Significa che tutti si sentono coinvolti nel progetto?
“Però non abbiamo giocato bene. Siamo coinvolti, il gruppo è fortissimo. Si sta creando veramente una squadra. Ne abbiamo già parlato: se siamo una squadra adesso che vinciamo, dovremo esserlo di più quando arriverà una sconfitta. In quel momento sarà più importante essere una squadra. Però non abbiamo giocato bene”.
Non è soddisfatto del risultato? Cosa non le è piaciuto?
“Del risultato sì. La qualità del gioco non mi è piaciuta. Non abbiamo avuto palla come ci siamo allenati due giorni fa e ieri. Il centrocampo ha avuto poca intensità, i due terzini non hanno spinto tanto e abbiamo perso tantissimi duelli difensivi”.
“Secondo me, Shomurodov e Pellegrini hanno lavorato tanto, cercando di pressare alto, con una dinamica molto buona. Non posso dire che abbiamo giocato male, però non abbiamo meritato di vincere 5-1. Per loro è un risultato pesante: vincere sì, perché siamo più squadra, abbiamo più qualità, però non mi è piaciuto”.
Pellegrini ha fatto un salto di qualità clamorosa: ci sono dei suoi meriti?
“Cresciamo tutti insieme, cresco anche io con loro. È un qualcosa che dovete chiederlo a lui, però è un calciatore con super qualità, con un potenziale grande. Non voglio dire molto di più. Ieri mi ha detto che firmerà il suo contratto nei prossimi giorni: anche questo, in modo definitivo, può dare più forza al suo rapporto con i tifosi. È un giocatore di grandi qualità, è il capitano e ora firma un nuovo contratto. Questo crea empatia, lo lega ai tifosi ed è molto importante per noi”.
Non ha pensato che, cambiando, poteva andare incontro a una qualità meno buona rispetto alle partite precedenti? E in futuro potremmo vedere Ibanez terzino, all’occorrenza?
“I cinque cambi mi danno, come allenatore, un modo diverso di gestire le partite. La nostra panchina oggi era una super panchina, che mi avrebbe permesso di fare qualcosa anche se fossimo arrivati all’intervallo con un risultato negativo. Praticamente, quasi tutte le opzioni offensive erano lì. Questo mi ha dato la tranquillità di far giocare altra gente”.
“Ho già detto che la differenza fondamentale tra noi e le altre squadre top è esattamente il numero di opzioni gli altri hanno per tutte le posizioni e che noi al momento non abbiamo. Questa è una realtà. I ragazzi devono crescere, devono avere tempo di trasformarsi da ragazzini dei giocatori competitivi. Abbiamo finito la partita con quattro difensori centrali in difesa. E non si fa mai”.
Questo entusiasmo va gestito?
“Certo. È vero. L’altro giorno scherzavo con il mio staff e dicevo loro che siamo il tipo di squadra che ogni giorno deve andare a San Pietro a pregare per non avere infortuni. Siamo una squadra con dei limiti: la stagione è una maratona e dobbiamo gestire queste emozioni. Continuo a ripetere un concetto: avevo detto che cinque vittorie non sono cinquanta e oggi dico che sei non sono sessanta, e se arrivasse la settima non sarebbero settanta. Dobbiamo fare le cose con tranquillità. Siamo molto, molto felici di quello che stiamo costruendo: prima di tutto un’anima”.
“Allo stesso tempo, tatticamente la squadra deve per forza migliorare. Però dobbiamo essere tranquilli. L’empatia tra la squadra e i tifosi è molto positiva per noi. Però quando arriverà il buio, perché arriverà, sarà quello momento in cui dovremo essere più squadra, più club. Al momento sono molto contento per quello che stiamo facendo, per la risposta del gruppo, anche se non abbiamo giocato molto bene come squadra: i giocatori hanno avuto un approccio positivo, hanno avuto voglia di fare bene e di finire il prima possibile questo girone. A 12 punti penso che finisca la storia: ne mancano 9”.
Al Tottenham diceva che i bravi ragazzi non vincono. E nella Roma non si vedono più bravi ragazzi, adesso.
“No, però dobbiamo avere uno spirito competitivo, uno spirito diverso. L’altro giorno, in allenamento, dicevo che mancava un minuto per finire la partitella, poi 45 secondi, poi 30… E un giocatore che stava vincendo per un gol è uscito fuori dal campo per prendere il pallone e rimetterlo in campo. Io gli ho chiesto ‘cosa fai?’ e lui mi ha detto che voleva divertirsi. Gli ho risposto che divertirsi è vincere. Questo tipo di messaggio deve passare ed è importante principalmente per i ragazzi giovani, che devono imparare la mia filosofia. Magari sbaglio io, ma divertirsi è vincere”.
(Foto LaPresse)
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