Prima vittoria nel girone di Europa League per la Roma. Ecco come mister Mourinho ha commentato il successo sull’HJK Helsinki.
La Roma oggi sembrava un po’ bloccata: Dybala è servito a sciogliere questa tensione?
“Ovviamente sì, perché ha fatto il primo gol. Penso che la squadra nel secondo tempo sia entrata in campo con un atteggiamento diverso. Nei primi 45 minuti, con l’uomo in più, abbiamo giocato troppo a lungo come se fossimo undici contro undici. Abbiamo interpretato quei trenta minuti di gara in modo troppo passivo.
Nella ripresa, Paulo ha sbloccato la situazione con il gol ma l’atteggiamento era diverso. Abbiamo cambiato la difesa, con due centrali, ci siamo dati come obiettivo il fatto di segnare uno, due gol subito e di non smettere di pressare, anche a uomo, in una situazione di due contro uno: pressare alto, recuperando palla subito, continuando a giocare nella loro metacampo, muovendo la palla e fare quello che abbiamo fatto.
Mi dispiace per l’Helsinki, che in undici contro undici aveva iniziato la partita molto bene. Poi, sono rimasti in dieci – al VAR hanno deciso molto bene e come allenatore ho vissuto decisioni simili – ed è stata dura. La loro mi sembra una squadra molto organizzata, con idee molto chiare, anche in assenza di grandissimi giocatori. La partita era difficile”.
Questo sistema di gioco con la difesa a quattro e tre trequartisti di grande qualità dà maggiore qualità alla fase offensiva?
“Stai già facendo l’allenatore (il mister ride, ndr). Penso che la qualità di una squadra sia importante e io, come tecnico, devo cercare di nascondere al massimo le difficoltà. È quello che cerco di fare con la mia squadra.
Ovviamente, anche gli altri allenatori sono bravi e il loro lavoro è studiare, è cercare di capire dove sono le nostre difficoltà, ed è quello che faccio io con i nostri avversari, però è troppo facile dire che una squadra deve giocare così o così: è più difficile fare un puzzle.
Cosa ha rappresentato il rientro di Zaniolo? Era quello che mancava davvero alla Roma?
“Anche nel primo tempo la Roma non ha giocato bene. Ripeto, questa partita non può essere presa a modello, perché abbiamo giocato undici contro dieci. Ovviamente, Nico si prende delle responsabilità, attacca i difensori, va all’uno contro uno con palla e senza palla, può giocare in zone diverse, ha profondità, fa transizione difensiva, e quando perde palla è un ragazzo generoso, è capace di pressare e di creare delle difficoltà agli avversari.
Naturalmente Nico è tutto questo, ma mi rifiuto di definire straordinaria la partita di oggi, perché in undici contro dieci per 75 minuti non c’è stata partita”.
Anche quest’anno la Roma è la squadra, tra i top club, con la differenza maggiore tra occasioni create e sfruttate: si può migliorare?
“Si lavora per migliorare e dobbiamo migliorare, anche in fase di costruzione. Una volta ancora, io devo nascondere le nostre difficoltà: abbiamo delle difficoltà. Dobbiamo migliorare la costruzione, dobbiamo migliorare la velocità di circolazione della palla. E questi giocatori di super talento che abbiamo davanti devono essere cattivi: abbiamo troppe opportunità, senza quella cattiveria necessaria a mettere la palla dentro.
Anche il Gallo sembra che abbia un po’ questa malattia, perché oggi l’ho visto fare quattro, cinque giocate col tacco, e il tacco non è lui: lui deve mettere la palla dentro la porta. Con le ginocchia, con il sedere, con la testa, ma la deve mettere dentro. Anche lui pare avere un po’ il virus del calcio fantasista. Dobbiamo essere più obiettivi: creiamo tante occasioni ed è difficile fare i gol. Se guardi il numero dei gol segnati, e fai la media con le opportunità create, dobbiamo migliorare.
Però sono contento. Adesso in Europa League abbiamo una doppia sfida con il Betis, che è una squadra molto forte e penso che qui deciderà tanto di questo girone”.
(Foto LaPresse)