Mister Mourinho ha commentato così il pareggio ottenuto dalla Roma sul campo del Leicester nell’andata delle semifinali di Conference League.
Zalewski è un progetto vinto?
“È importante per noi ed è anche bello. Perché è un ragazzino arrivato alla Roma a 9, 10 anni e ora è in Prima Squadra: al di là del fatto che sia importante, è bello”.
Soprattutto nella prima ora, la Roma ha tenuto il ritmo di una squadra di Premier senza soffrire.
“Dopo abbiamo perso troppo palla. In possibili situazioni di uscita per il contropiede, non abbiamo fatto troppo bene. La squadra è sempre stata organizzata. Quando l’energia era alta abbiamo pressato e abbiamo giocato come volevamo. Quando abbiamo perso palla e abbiamo abbassato l’intensità, la squadra si è abbassata, il blocco era più basso e la partita è stata difficile nel secondo tempo.
Però, sono sicuro che prima di questa partita tutti i romanisti avrebbero firmato con il sorriso perché si decidesse tutto all’Olimpico. Io non sorrido, perché capisco che anche con settantamila tifosi allo stadio e tanti altri fuori, sarà difficile”.
Li sente alle spalle? È la colonna sonora…
“Sono incredibili. Però adesso dobbiamo pensare anche al Bologna, perché è una squadra che gioca, che vince. E sarà molto difficile per noi domenica, al contrario del Leicester che gioca solo la Conference perché in Premier non hanno possibilità di qualificarsi in Europa, mentre noi abbiamo questa possibilità, abbiamo il quinto posto, abbiamo quattro partite e dipende solo da noi.
La partita di domenica sarà veramente difficile. Abbiamo bisogno di essere concentrati, abbiamo bisogno dei nostri tifosi e dimenticare per tre giorni la semifinale, mettendo come il focus il Bologna”.
Cosa ti aspetti nella partita di ritorno? Il Leicester sembra più pericoloso fuori casa? Come pensi di impostare la gara?
“Adesso devo pensare, devo analizzare e devo anche dimenticare. Mi devo concentrare sul Bologna, perché per noi finire quinti o sesti ovviamente è importante. Vogliamo avere la sicurezza di giocare l’Europa League e non possiamo aspettare di vincere la Conference o no. Abbiamo il quinto posto nelle nostre mani, abbiamo quattro partite: mi devo concentrare sul Bologna.
Ma in modo molto veloce, le rispondo che è vero: il Leicester è una squadra che gioca in profondità, che già dai tempi di Ranieri attaccava la profondità come pochi. Ora, con Brendan (Rodgers, ndr) e con un’altra qualità di giocatori, fa più costruzione di gioco, ma davanti ha gente brava in profondità.
È vero che fuori casa spesso si abbassano un po’ e dopo attaccano la profondità con Vardy, con Iheanacho, con Barnes e hanno una panchina che gli consente di fare tanti cambi. Dovremo giocare con più testa che emozioni. L’emozione verrà da fuori: abbiamo bisogno di questa emozione dai nostri tifosi, però noi in campo dobbiamo usare la testa. Perché ok, sarà la partita numero 14 di Conference, ma se la vinciamo siamo in finale. Dovremo giocare con molta testa. Ma adesso pensiamo al Bologna, perché è importante”.
Mi sembra che ci sia una grande crescita della personalità da parte della Roma.
“Sono d’accordo. Cinque mesi fa, questa partita l’avremmo persa sicuramente. Abbiamo avuto il coraggio di giocare come abbiamo giocato. Inizialmente, pressando alto e saltando con l’ala sui loro difensori, pressando due a due con Zaniolo e con Tammy. Abbiamo avuto questo coraggio.
Poi, come dicevo, quando non hai palla è impossibile resistere e i nostri difensori hanno smesso di attaccare, rimanendo più in blocco basso. E abbiamo preso un gol che potevamo non prendere: potevamo uscire da qua con un 1-0 che sarebbe stato meglio. Ma l’1-1 è un risultato accettabile. E ora c’è una finale da giocare: non a Tirana, ma a Roma”.
(Foto LaPresse)