Alla vigilia di Bologna-Roma, mister Mourinho ha incontrato i giornalisti in conferenza stampa.
Queste sono state le parole dell’allenatore giallorosso.
Nell’emergenza sono nate delle opportunità. Resta solo un fatto emergenziale o nel calcio moderno bisogna rifarsi alla vecchia Olanda, dove tutti facevano tutto?
“Bisogna avere una mentalità forte, un gruppo forte, empatico, che vuole fare bene. Il merito è principalmente di quei calciatori che non giocano tanto, come Diawara che aveva disputato solo qualche minuto. Sono calciatori che lavorano tanto durante la settimana anche con la sensazione di arrivare alla partita consapevoli di non giocare.
Però, lavorare con questa professionalità permette di risolvere tanti problemi. E chi gioca, lo fa con grinta – e direi, con amicizia – come Kumbulla, che entra per un minuto ma che in quel minuto lì ferma una giocata pericolosa, prende un giallo, va sull’ultimo calcio d’angolo della partita, marca un gigante come Milinkovic-Savic, fa il suo lavoro per un minuto ed esce felice. Perché lo ha fatto per la squadra. Più del ruolo, della tattica e del lavoro mio, il merito è dei giocatori, della loro mentalità, del gruppo che sono”.
Sembrava che le prime quattro fossero inattaccabili. C’è un gruppo di squadre che può approfittare dei loro stop e sperare di entrare nella corsa al quarto posto?
“Per qualche ragione, loro sono lì. Ovviamente, il campionato non è un’autostrada, che inizia e finisce dopo 500 km: si perdono punti, giocatori, ci sono gli infortuni e le squalifiche. Però sono lì. Guarda l’Inter, l’Atalanta e il Milan: erano lì l’anno scorso e sono lì adesso. Il Napoli era lì fino all’ultima giornata. Se noi possiamo stare vicini a loro, ovviamente è meglio, è stimolante. Il fatto di non trovarsi a 30 o a 20 punti di distanza, ma a 6, a 7 o 8 ti dà un feeling molto positivo”.
Se Karsdorp dovesse avere bisogno di riposare, El Shaarawy potrebbe giocare a destra?
“Non lo so, perché non lo abbiamo provato mai. Ma se dovesse venire un momento difficile in quella fascia, sono sicuro che El Shaarawy farebbe bene anche lì. Perché sta bene, sta bene psicologicamente, si sente giocatore. Era da tanto tempo che non faceva 90 minuti. Dopo un periodo in Cina, un calciatore non perde le sue qualità ma un determinato livello di gioco. Sta facendo una stagione in crescendo. Sta facendo molto, molto bene. E se dovrà giocare a destra, giocherà a destra. Perché è vero che, con il ritorno di Vina come terzino sinistro, Stephan potrebbe giocare più offensivo sulla stessa fascia, oppure potrebbe rappresentare un’opzione a Karsdorp”.
Smalling deve essere gestito o può giocare tutte le partite? E può dirci qualcosa su Mihajlovic, che ha speso parole molte affettuose su di lei?
“Sinisa non deve ringraziarmi. Quello che ho fatto, l’ho fatto con il cuore. Prima di tutto, è uno dei miei. È uno dei nostri. Poi, è un super amico di un grande amico. E un super amico di un grande amico diventa automaticamente un grande amico mio. Infine, noi personaggi pubblici, quando facciamo delle cose sbagliate, abbiamo un’influenza negativa; quando facciamo qualcosa di importante, questa influenza è invece positiva per tanta gente.
Ecco, secondo me, lui sicuramente ha avuto un’influenza molta positiva per tante persone che hanno avuto il suo stesso problema. Lui ha dimostrato un coraggio e una forza incredibili, a tal punto che uno diventa immediatamente solidale con lui per quella lotta. Porto rispetto e ammirazione, perché persone come lui possono influenzare tanta gente. Sinisa non si è mai nascosto, ha sempre voluto lavorare. È stato un esempio incredibile. E non è lui a dovermi ringraziare: sono io che devo ringraziare lui per il coraggio che ci ha passato.
Quanto a Smalling, in questo momento è un grande calciatore, è un giocatore importante per noi. Ma abbiamo lui, Kumbulla, Mancini e Ibanez: non abbiamo un problema, adesso, e non deve quindi giocare per forza perché non abbiamo altre alternative. Gestiremo la situazione, parleremo con lui. Decideremo solo domani. Anche l’opinione dei giocatori è importante per me, più del nostro controllo, con il Gps, con le tecnologie. Il feeling dei calciatori è molto, molto importante. E nel caso di Smalling, se domani mattina mi dice che si sente benissimo, gioca. Se invece mi dice che si sente al 99% e non al 100%, lo proteggo”.
La Roma ha chiuso 9 partite su 21 senza prendere gol: quanto c’è di Rui Patricio in questa striscia positiva e quanto è importante per lei questo dato?
“Il dato è importante, Rui Patricio è importante, però la squadra è più importante di Rui Patricio. Ovviamente, lui è uno dei portieri più esperti, con più qualità e regolarità in Europa, non c’è dubbio. Però è anche con Rui che abbiamo preso tre gol a Verona e tre a Venezia. Quando la squadra gioca bene, quando difende come squadra, è più facile per Rui.
Poi, naturalmente, ci sono durante la partita dei periodi nei quali la squadra non riesce a trovare sempre la soluzione, e arriva il momento in cui il portiere può fare la differenza con le sue parate. Nelle ultime partite, Rui non ha avuto tanto da fare. Ma quando si è presentato il problema, lui ha detto ‘sono qui’. Naturalmente, sono molto contento di lui”.
Giovedì abbiamo visto una buona partita di Diawara: domani, c’è la possibilità di vedere in campo insieme Diawara e Veretout?
“Vediamo se possiamo avere Cristante e Villar, o Cristante o Villar. Stiamo aspettando. È possibile. Sono trascorsi 13, 14 giorni e non hanno sintomi da tanti giorni. Quasi dall’inizio. Si stanno allenando benissimo, separati, a casa, ma con il nostro controllo a distanza. Stiamo aspettando di capire se entrambi, o uno dei due, domani potrà esserci “
In questo nuovo sistema, Zaniolo potrebbe essere utile anche da mezzala?
“Torniamo alla prima domanda. Nei momenti di difficoltà, è importante che la gente sia disponibile a tutto. Dobbiamo distinguere tra le cose possibili e quelle impossibili: se mi chiedi se Zaniolo, perché di piede mancino, può giocare come terzo in difesa, ovviamente non può farlo. Può giocare come numero dieci, come mezz’ala, come attaccante unico.
Zaniolo può fare tutto, con voglia, con empatia, con la mentalità di chi vuole dare tutto per la squadra. Abbiamo lavorato per tanto tempo con lui come ala, con un determinato tipo di libertà e il ruolo più simile è questo, dove ha giocato nelle ultime due gare. Come secondo attaccante. Ma nel momento di emergenza, è un po’ come Carles Perez: a inizio stagione era sempre un’ala destra e nelle due ultime partite ha giocato come mezzala, assieme a Nico, e non era mai successo.
Dobbiamo vedere giorno dopo giorno. Adesso abbiamo perso Pellegrini, e fino a gennaio non possiamo più pensare a lui. Partita dopo partita, vediamo le difficoltà che arrivano. Magari arrivano e succede qualcosa di positivo. Magari, abbiamo perso Pellegrini ma recuperiamo Cristante. Non lo so. Dobbiamo gestire le cose come arrivano”.
(Foto LaPresse)