José Mourinho ha parlato in conferenza stampa alla vigilia di Roma-Udinese, quinta giornata di campionato (gara in programma mercoledì alle 20.45).
Ecco le parole del tecnico giallorosso.
La partita di Verona ha confermato che questa squadra soffre le partite molto fisiche, in cui si fanno duelli uno contro uno. Questa problematica come si può risolvere? Andando a prendere un giocatore a centrocampo, che abbia tempi di regia e qualità? Oppure con delle nuove sicurezze che la squadra può raggiungere?
“Il mercato è chiuso, voi volete mettermi già in condizioni di parlare di mercato. Non lo faccio, non parlo di mercato. Ovviamente analizzo la questione, ma non posso condividere con voi tutto quello che analizzo. Capisco la tua domanda, però non ti rispondo. Neanche sulla prima parte della domanda, che la squadra soffre in determinate condizioni. Io non voglio entrare in questa dinamica. Nello stesso modo in cui abbiamo vinto tre partite di fila di campionato, più altre tre d’Europa, non sono entrato in questa dinamica di euforia e non entro adesso in una dinamica di problemi grossi”.
“Abbiamo perso una partita, non abbiamo giocato bene. E per me, con voi, non ho niente più da dire. Ai miei giocatori ovviamente sì, abbiamo analizzato la partita nei dettagli, però anche quella partita lì l’abbiamo analizzata guardando al futuro, non alla partita stessa che abbiamo già perso e nella quale abbiamo lasciato tre punti”.
Un allenatore come lei, che ha allenato dappertutto e che ha vinto tutto, dopo un passo falso come quello di Verona, una sconfitta che pochi si aspettano, di quanto tempo ha bisogno per capire il problema?
“Perché in pochi si aspettano? Perché ne abbiamo vinte tre prima? Perché qui è troppo facile entrare nella dinamica dell’euforia ed è troppo facile entrare in quella della depressione. Io non entro in questo. Voi mi avete visto celebrare come una pazzo una vittoria speciale, in un momento speciale, in un minuto speciale, in una partita speciale per me, ma solo mi avete visto euforico un minuto in due mesi. Solo una volta. Mi avete visto sempre tranquillo, equilibrato, mai euforico, mai a dire che una squadra finita a 29 punti dallo scudetto poteva vincerlo. Non mi avete mai visto così”.
“E adesso non mi vedrai nella dinamica opposta perché abbiamo perso una partita. Magari io sono troppo onesto, se io devo essere troppo onesto, altrimenti dopo quella partita lì avrei dovuto dire l’arbitro non doveva dare il cartellino giallo a Veretout, Veretout è rimasto condizionato nel corso della partita. Oppure, la pioggia, il campo. Io magari sono troppo onesto quando ho detto “non abbiamo giocato bene, abbiamo commesso degli errori”. Magari un pareggino andava anche bene, però abbiamo perso, siamo tristi, ma siamo ancora equilibrati”.
“E voi non è che con un risultato mi mettete di là o di qua. Io sono equilibrato. So perfettamente perché sono venuto qui. Io sono venuto qui esattamente per il mio livello di esperienza, maturità e equilibrio. Per non lasciare andare questa gente andare in euforia dopo tre partite, non trenta. Parole mie. Tre, non trenta. E non lasciare questa gente andare ora in depressione. Abbiamo tanto da fare, tanto da fare. Voi cercate di metterci punto nello stesso gruppo di squadre che negli ultimi due anni hanno finito con quindici, venti o venticinque punti di più. Lasciateci tranquilli. Nel buono e nel negativo. Nel buono non dire che siamo candidati a qualcosa perché non siamo candidati a niente. Ancora parole mie: siamo solo candidati a vincere la prossima partita. Solo questo”.
“Abbiamo perso, voi volete analizzare con me la partita di Verona. Non posso. Lunedì, giorno libero, non per me e per il mio staff. Alle 10 di mattina eravamo qui. Lavoriamo tutto il giorno. Analizzare, preparare. Il giorno dopo, arrivano i giocatori. Analizzare, riunioni individuali, riunione collettiva. Lavorare. E adesso candidati a vincere una partita molto difficile contro l’Udinese. Però siamo candidati a vincere questa partita. Noi e loro. Però noi vogliamo vincere questa partita”.
“Equilibrati, tranquilli. Io sono equilibrato. Poi, sono meno felice? Normale, è la natura quando si perde. Ma anche in questo abbiamo parlato. Trasformare la tristezza in motivazione. Non trasformare tristezza in depressione. Se noi abbiamo un problema grosso dopo aver perso una partita, immagino le altre squadre che hanno perso due o tre o pareggiate altre tre. Noi tranquilli. Noi facciamo la nostra strada che è una strada di tranquillità e ambizione. Però ambizione con base in tranquillità. Ed è così. Tranquilli. Noi tranquilli”.
(Foto LaPresse)
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