Queste sono le parole di mister Mourinho in conferenza stampa, alla vigilia del ritorno della semifinale di Conference League con il Leicester.
Da un po’ di tempo, il Leicester pensa solo alla Conference League e arriverà più riposato della Roma. Che peso può avere tutto questo?
“Spero nessuno. Però l’analisi che hai fatto è ovvia. Mi sono trovato nella stessa situazione e, quando non hai alcuna possibilità in campionato di raggiungere i tuoi obiettivi e hai una competizione europea, il focus diventa la competizione europea. Anche se per loro questa non è la loro competizione, perché era l’Europa League, è un modo per poter arrivare nella prossima stagione a disputare una competizione europea. Per questo, è logico quello che stanno facendo, ossia di far riposare i giocatori nell’ottica di questa partita.
Noi non lo possiamo fare: abbiamo un campionato da giocare, abbiamo delle possibilità di arrivare in Europa dal campionato. Non possiamo gettare via questa opportunità, dobbiamo giocarcela fino alla fine per un posto in Europa. Ma domani spero che l’aspetto emozionale possa mettere i miei in uno stato di animo altissimo, che possa aiutare la squadra a vincere la partita”.
Come si sostituisce un giocatore come Mkhitaryan?
“Noi non abbiamo un altro Mkhitaryan. Ci sono squadre top dove hai due giocatori molto simili per ogni posizione e sono queste le squadre possono fare il turnover perfetto. E sono queste le squadre che non soffrono quando qualche calciatore non può giocare.
Noi non abbiamo un altro giocatore come Mkhitaryan, questo è ovvio. Non c’è la possibilità di fare lo stesso con altri calciatori. Possiamo fare in modo diverso e l’obiettivo non cambia: vogliamo andare in finale, vogliamo lasciare tutto quello che abbiamo. Non mi stanco mai di ripetere che domani saranno quattordici partite di Conference League. Abbiamo cominciato in Turchia e l’ultima partita è stata in Inghilterra, senza fermarci, giocando di giovedì e poi la domenica in campionato, con tutte le conseguenze e le difficoltà del caso.
Ma siamo qui, siamo qui come squadra. Non c’è Mkhitaryan, ci sono altri. Ma è come squadra che andiamo domani lì a combattere”.
Quali sono le sue emozioni nel giocare una partita così importante?
“Non c’è dubbio sull’empatia creata tra di noi con i tifosi. Siamo insieme nelle competizioni da, più o meno, dieci mesi, con momenti più belli e meno belli, da ricordare e da dimenticare. Siamo sempre stati insieme, con grande empatia.
Arriviamo adesso a un momento in cui si giocano le ultime due partite della stagione all’Olimpico: domani l’ultima di Conference contro il Leicester e la settimana prossima l’ultima di campionato con il Venezia. Ovviamente, sarebbe bello festeggiare questa empatia, che è stata creata e rimane al di là dei risultati. Sarebbe bello. Meritiamo tutti di finire bene queste due partite all’Olimpico.
Ai tifosi dico che giochiamo ovviamente per noi, però tanto per loro. E mi piacerebbe che domani i tifosi giocassero la partita con noi. Perché si può stare allo stadio come spettatori e si può stare allo stadio a giocare la partita. Se abbiamo settantamila spettatori, il significato è niente. Ma se abbiamo settantamila persone che vogliono giocare, la storia è diversa. È questo quello che io e i giocatori chiediamo alla gente: non venite allo stadio a guardare la partita, venite allo stadio a giocare”.
In merito al sostituto di Mkhitaryan, a centrocampo ci sarebbero due chance: che momento stanno vivendo sia Oliveira, sia Veretout?
“Non c’è un calciatore per giocare al posto di Mkhitaryan con le stesse caratteristiche. Non lo abbiamo. Tu sai cosa abbiamo, e hai detto bene: sono giocatori diversi da Mkhitaryan. Non c’è tanto da fare.
Ma noi giochiamo come squadra, cercheremo di essere squadra e cercheremo sempre di ‘nascondere’ i problemi che abbiamo – perché non siamo una squadra perfetta – e cercheremo di esplorare i piccoli problemi, o le piccole fragilità, che il nostro fortissimo avversario sicuramente avrà. Però giocheremo come squadra.
Sergio e Veretout, come per tutti, sono in condizione di dare tutto quello che hanno da dare. Domani, è molto possibile vincere, però solo se tutti noi siamo al massimo livello. E sono assolutamente convinto che Sergio, Veretout e qualcun altro che è anche un’opzione ci potranno aiutare”.
Che partita dobbiamo aspettarci tatticamente?
“È sempre difficile dire quello che sarà la partita. Tante volte tu vuoi una partita e ne esce una diversa. A me piacerebbe una partita come quella di Leicester, dove Rui Patricio ha fatto una parata in novanta minuti. Questo significherebbe che non avremmo avuto dei grossi problemi e sarebbe molto importante per noi.
Il pubblico può aiutare, se vuole giocare. Ma noi come squadra dobbiamo avere la maturità e l’intelligenza di gioco per saper gestirlo in modo poco emotivo e più razionale. Questo è importante per noi”.
Il suo presidente – la sua proprietà – come si avvicina a questa sfida? Si è scambiato delle opinioni, delle idee?
“No, non abbiamo scambiato alcuna idea. Penso che il presidente e i suoi figli mi conoscano già un po’. E sanno che prima della partita la mia vita sono io e i miei assistenti e i miei giocatori, e che non mi piace condividere, non mi piace stare con altre persone. Non mi piace nemmeno fare la conferenza stampa con voi. Sono qua perché sono obbligato.
Anche io conosco bene loro. È facile capire che, al di là di essere innamorati del Club e della gente, loro sono innamorati anche del calcio. E la gente innamorata del calcio è gente che vive questi momenti con questa… Sai, è la natura del calcio arrivare a momenti importanti. Per questo, vedo da parte loro rispetto per la nostra privacy come squadra, rispetto per la nostra concentrazione. Ma allo stesso tempo posso capire che da parte loro esista questa diversità nell’approccio.
Sicuramente, sono super felice di avere una semifinale a casa, con lo stadio pieno, con i tifosi: è un momento di grande gioia, si grande aspettativa. Andiamo lì tutti insieme. E se la nostra gente vuole giocare, può fare la differenza”.
(Foto LaPresse)
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